Veneto, altri 117 positivi legati al focolaio di Treviso. Zaia: nessun migrante esca da quel centro
Nella conferenza stampa odierna Luca Zaia ha annunciato che in Veneto si registrano altri 117 casi di persone positive al Covid 19. Un aumento legato al focolaio di Treviso. E più esattamente al Centro di accoglienza migranti di Casier (Treviso), collocato all’interno dell’ex Caserma Serena, dove sono riscontrati tra gli ospiti e il personale della coop che gestisce la struttura 131 casi di positività al Covid su 330 persone sottoposte allo screening.
La caserma Serena è zona rossa
La caserma Serena – ha detto Zaia – “è una zona rossa sanitaria per me: io tifo perché gli ospiti se ne vadano dalla caserma. Stamattina ho parlato con il Prefetto di Treviso per capire se si possono prendere nuovi provvedimenti nelle prossime settimane. I richiedenti asilo non devono uscire, penso che quella caserma debba essere gestita in maniera assolutamente severa. Gli ospiti verranno testati con il tampone ogni sette giorni. La comunità deve aver la tranquillità che da quella struttura non uscirà nessuno per i prossimi 14 giorni. Qui si vede se lo Stato esiste oppure no. Strutture come queste devono essere dismesse”.
Zaia: non abbassiamo la guardia
“Clinicamente non siamo in emergenza – ha continuato Zaia – ma non abbassiamo la guardia. La prossima settima spero di portarvi il piano di sanità pubblica, è già pronto”. Zaia ha anche annunciato la proroga, con ordinanza che firmerà oggi, di tutte le misure fino al 15 ottobre, che è la data di scadenza dello stato di emergenza.
Sui test rapidi afferma: “Li stiamo utilizzando”. E sui lavoratori ambulanti dichiara: “Loro stanno pagando un conto salatissimo, insieme anche ai locali e alle discoteche. Noi abbiamo un’offerta turistica che non prescinde dall’intrattenimento. Fiere, sagre hanno avuto limitazioni totali. Voglio attendere di vedere dpcm. Sugli aiuti spero che ci sia un pensiero particolare”.
Salvini: se riparte il virus sappiamo con chi prendercela
La situazione non è tranquilla e non solo in Veneto. I governatori del Nord non vogliono più migranti e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese non sa più come fare dati i numeri sempre crescenti degli sbarchi. Persino Luigi Di Maio si è accorto che occorre bloccare le partenze più che gli arrivi, come le forze d’opposizione – Fratelli d’Italia in testa – ripetono da anni. Intanto il virus in Veneto ha ripreso a correre. E Matteo Salvini accusa: “Visto che ormai sono centinaia i casi di immigrati positivi al Covid, se riparte qualcosa sappiamo a chi andare a chiedere conto. Solo ieri a Treviso 129 positivi, il focolaio più grande d’Italia, se riparte qualcosa sappiamo chi andare a prendere e a denunciare”.