Palamara, i legali: inutilizzabili le intercettazioni con i renziani Lotti e Ferri

16 Lug 2020 15:35 - di Roberto Frulli

I legali dell’ex-presidente dell’Anm, Luca Palamara, indagato a Perugia, eccepiscono l’inutilizzabilità di alcune intercettazioni.

Motivo: i pm eugubini avrebbero dovuto chiedere, secondo i difensori, un’autorizzazione preventiva alla Camera dei Deputati.

Le intercettazioni finite nel mirino dei legali dell’ex-presidente dell’Anm riguardano le conversazioni fra lo stesso Palamara e i parlamentari Cosimo Ferri e Luca Lotti, fedelissimi dell’ex-premier Matteo Renzi.

Era la sera dell’8 maggio. E le microspie degli investigatori delegati dai magistrati di Perugia registrarono il colloquio fra Palamara. Ferri e Lotti che discutevano delle nomine ai vertici delle principali procure italiane.

Ferri, magistrato, è stato sottosegretario alla Giustizia nei governi Letta, Renzi e Gentiloni per il Partito Democratico. Ed era, all’epoca, parlamentare così come Luca Lotti. Che è stato ministro per lo Sport.

“Le intercettazioni registrate tra Palamara e gli onorevoli Ferri e Lotti nella serata dell’8 maggio all’hotel Champagne non possono essere considerate causali – sostengono i legali di Palamara. – Perché Ferri era, da mesi, nel perimetro delle indagini. Che avevano ad oggetto anche gli accordi tra Unicost e Magistratura Indipendente per la nomina del Procuratore di Roma“. .

Questo, dicono gli avvocati Roberto Rampioni, Mariano e Benedetto Buratti, difensori dell’ex presidente dell’Anm Luca Palamara, “imponeva di richiedere una preventiva autorizzazione della Camera dei Deputati, unico organo allo stato istituzionalmente preposto a decidere come previsto dall’articolo 68 della Costituzione“.

Proprio cinque giorni fa Cosimo Ferri, magistrato in aspettativa, deputato di Italia Viva ed esponente di Magistratura Indipendente, si è dimesso dall’Anm evitando così il processo di fronte ai probiviri dell’Associazione nazionale della Magistratura.

Ma aveva anche avvisato i suoi colleghi, Ferri, alcune settimane prima che non sarebbe stato sufficiente espellere Palamara per salvare la reputazione della magistratura: “Palamara di cose ne sa, e parecchie. Molte ma molte di più di quelle che ha iniziato a dire“.

E sulla vicenda Palamara interviene anche Renzi. Che sulla sua e-news scrive:  “Nei prossimi giorni, il Csm dovrà decidere che cosa fare del caso Palamara. Quasi tutti i media stanno dando poco spazio a questa vicenda, ma credo che sia davvero una delle più incredibili vicissitudini della magistratura italiana. Staremo a vedere”.

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