Palamara, i legali all’attacco sulle intercettazioni all’Hotel Champagne

27 Lug 2020 18:05 - di Roberto Frulli

C’è una domanda che, secondo i legali di Luca Palamara è rimasta ancora senza risposta. E riguarda le fasi d’intercettazione dei colloqui fra gli indagati all’Hotel Champagne di Roma. Una questione che spinge gli avvocati a puntare il dito sugli investigatori della Finanza.

In vista del 30 luglio prossimo, quando è in programma l’udienza stralcio a Perugia nell’inchiesta che lo vede indagato per corruzione, i legali di Palamara hanno depositato in Procura una richiesta di acquisizione di documentazione proprio in relazione alle intercettazioni.

”E’ precipuo interesse di questa difesa – scrivono nella richiesta gli avvocati Benedetto Buratti e Roberto Rampioni, difensori dell’ex-consigliere del Csm – dimostrare che le conversazioni datate 8 e 9 maggio 2019 aventi ad oggetto la registrazione degli incontri del dott. Palamara presso l’Hotel Champagne con i parlamentari Ferri e Lotti e altri consiglieri del Csm vennero intercettate nonostante la chiara direttiva del 10 maggio 2019 impartita dalla Procura di Perugia alla Polizia Giudiziaria, preposta alle operazioni di ascolto delle intercettazioni telefoniche e con captatore informatico, di spegnere il microfono ogni qualvolta nelle conversazioni del dottor Palamara fosse stato coinvolto un parlamentare”.

”Per queste ragioni anche al fine di poter esplicare compiutamente il diritto di difesa del dott. Palamara in ogni stato e grado di qualsiasi procedimento come riconosciuto dall’art.24 della Costituzione risulta necessario comprendere – sottolineano nella memoria – le ragioni per le quali: il microfono non sia stato spento in occasione degli incontri programmati del 9 maggio 2019 presso l’Hotel Champagne; nella giornata del 9 maggio del 2019 il trojan abbia smesso di funzionare e di registrare le ulteriori conversazioni dalle ore 16.02 come risulta dagli ascolti dei file audio presso il server della Procura di Roma”.

Sempre nella memoria i difensori di Palamara chiedono ”con carattere di urgenza” l’acquisizione della documentazione relativa a ‘‘ordini e memoriali di servizio emessi ”dal Comandante del Nucleo della Gdf Colonnello Paolo Compagnone d’ordine l’ufficiale di P.G. Gerardo Mastrodomenico c/o dal maggiore Fabio Di Bella” relativi alla predisposizione delle attività degli ufficiali e degli agenti di polizia giudiziaria nell’ambito del procedimento penale 6652/18 Rgn e 321/19 Rgnr pendente presso la Procura di Perugia relativamente all’effettivo orario di lavoro nei mesi di marzo, aprile e maggio 2019”.

Si chiede inoltre di acquisire ”eventuali richieste di anticipo di spese per missione fuori sede da parte dei predetti ufficiali e agenti preposti alle indicate operazioni di polizia giudiziaria; attestati di presenza del colonnello Gerardo Mastrodomenico presso la Scuola di perfezionamento per le forze di Polizia dal febbraio 2019 al giugno 2019; acquisizione dei tabulati telefonici in entrata ed in uscita degli ufficiali e degli agenti di polizia giudiziaria indicati negli ordini di servizio dell’8 e del 9 maggio 2019; acquisizione ed indicazione del nominativo dell’incaricato da parte di Rcs spa nelle giornate dell’8 e del 9 maggio 2019”.

E, infine, i legali di Palamara chiedono ”l’acquisizione dello ‘storico’ relativo alle tracce informatiche di smarcamento degli ascolti relative al Rit 120/19; acquisizione dei files log in di accesso e registrazione Rit 120/19; Acquisizione sessione 19 del 21 maggio progr.8 delle ore 1.07”.

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