Omicidio Cerciello, Elder intercettato in carcere: «Non voglio imparare l’italiano, mi fa schifo»

9 Lug 2020 9:28 - di Roberto Mariotti
Elder

«Non voglio imparare l’italiano, sono così stanco di sentire l’italiano. Lo odio». È quanto dice Finnegan Elder Lee in un dialogo intercettato il 2 agosto scorso nel carcere di Regina Coeli. «Se mai tornerò negli Stati Uniti – e la gente mi fa “ooh la cultura italiana, la lingua italiana, che bellezza” – io dirò [quella merda?] è disgustoso. Fa schifo non voglio mai più sentire l’italiano, mai più. Ok [inudibile]. È tutto quello che sento, tutto il giorno. Cazzate».

Le parole di Elder

Elder è a processo con Gabriel Natale Hjort per l’omicidio del carabiniere Cerciello Rega ucciso con undici coltellate lo scorso 26 luglio. Parla con uno dei suoi difensori e il padre a pochi giorni dall’arresto. I dialoghi di tradotti in italiano sono stati oggetto di una perizia disposta dalla Corte d’Assise.

«Mi hanno buttato a terra»

«Mi hanno menato di brutto […] alla stazione e mi hanno detto che mi avrebbero dato quarant’anni se non gli davo la password del mio telefono. Quindi, non so se (in qualche modo hanno trovato/hanno fatto in modo di trovare) foto qualcosa contro di me lì dentro. Mi hanno buttato a terra, mi hanno dato calci pugni, mi sono saliti sopra, mi hanno sputato addosso», aggiunge nell’intercettazione.

Il racconto di quel 26 luglio

«Vediamo due poliziotti che si avvicinano di nascosto da dietro e il tizio grosso mi placca. Quello più piccolo raggiunge il mio amico. Noi eravamo rivolti verso l’altra direzione e loro stavano, avvicinandosi di soppiatto per arrivare dietro di noi. Poi mi sono girato e l’ho visto tipo a un metro da me.  Poi mi ha placcato».

Elder: «L’ho accoltellato due volte nella pancia»

«Siamo andati giù e lui mi è salito sopra e mi ha dato qualche pugno e poi ha iniziato a strangolarmi. Ecco perché ho tirato fuori il mio coltello. L’ho accoltellato tipo, due volte nella pancia e quello non ha aiutato molto  perché sembrava solo restare qui. Quindi ho semplicemente continuato a pugnalare e poi una volta che ha smesso una volta che mi ha lasciato il collo me lo sono buttato via di dosso».

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