Migranti assembrati in spiaggia e senza protezioni: ecco com’è ridotto il litorale romano

27 Lug 2020 11:08 - di Carlo Marini

Ricordate i droni in spiaggia e la caccia ai runner solitari dei mesi scorsi? Ormai è acqua passata. Un’inchiesta del Giornale ha documentato una domenica sui litorali romani, da Ostia a Sabaudia. Il risultato viene descritto come una giunga. Una calca, dove i migranti presenti per vendere oggetti o piccoli servizi, non seguono alcun distanziamento sociale. Non indossano mascherine o guanti. Fanno come se nulla fosse. E in più di un’occasione, secondo l’inchiesta, sono immigrati del Bangladesh. Proprio la nazione che è in piena emergenza coronavirus, con il contagio dirompente.

La denuncia in un’inchiesta del Giornale

Nelle retrovie di una spiaggia libera attrezzata di Ostia, scrive Il Giornale, si vedono scene da bolgia dantesca. “Una donna sta contrattando il prezzo di un braccialetto d’argento. Il venditore che glielo ha appena offerto non indossa né guanti né mascherina. Qualche attimo più tardi, invece, arriva il carretto delle granite. Lo spinge un uomo di origine bengalese che si ferma a pochi passi dal reporter.  “Dove sono i guanti e la mascherina?”. Lo straniero risponde che fa troppo caldo.
Scene del genere si ripetono sotto in nostri occhi senza soluzione di continuità (guarda il video). Stando a quello che abbiamo potuto verificare, almeno un vumprà su tre non indossa correttamente i dispositivi di protezione individuale. Una situazione surreale e pericolosa. Un contatto che, nel caso di massaggiatrici e parrucchiere abusive, è anche parecchio ravvicinato”.

I controlli in spiaggia? Per gli immigrati non valgono

“Mentre gli esercenti sono costretti ad osservare pedissequamente le regole, qui tutto è concesso”, denuncia al quotidiano Gaetano Di Staso, portavoce locale della associazione Ecoitaliasolidale, che nei giorni scorsi aveva denunciato l’assurda situazione.

“Quelli che usufruiscono di questo genere di servizi – dice alla reporter – non creano solo un danno all’economia, ma mettono a repentaglio la salute del territorio”. “Che fine hanno fatto i controlli promessi? Guardatevi attorno: le spiagge libere sono un carnaio, è saltato il distanziamento sociale, si entra e si esce liberamente e l’abusivismo prolifera”. Le conseguenze? “Se si continua così il Lazio rischia un nuovo lockdown”. (foto archivio Ansa)

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