Bocelli al convegno sul Covid: “Umiliante chiuderci in casa, io ho disobbedito e sono uscito”

27 Lug 2020 15:12 - di Adele Sirocchi

Il cantante Andrea Bocelli ha preso parte stamattina al convegno “Covid-19 in Italia: tra informazione, scienza e diritti”, organizzato dalla Lega al Senato. Un’iniziativa che ha suscitato polemiche e che è stata accusata di voler fare propaganda negazionista sul virus.

Bocelli racconta la sua quarantena

Bocelli ha ripercorso i momenti più difficili dell’emergenza: “Mi sono sentito umiliato e offeso come cittadino quando mi è stato vietato di uscire di casa. Devo anche confessare, e lo faccio qui pubblicamente, di aver anche in certi casi disobbedito volontariamente a questo divieto perché non mi sembrava giusto né salutare. Ho una certa età e ho bisogno di sole e di vitamina D”.

Il cantante, che ha in passato raccontato di aver affrontato personalmente il Covid-19 e di essere guarito, ha anche sottolineato le difficoltà per i più piccoli che si sono ritrovati senza scuola e in generale ha lanciato un appello: “Rifiutiamoci di seguire questa regola, prendiamo dei libri, giriamo, conosciamoci, parliamo, dialoghiamo”.

Ha parlato anche di scuola e bambini

“Mi preme sottolineare l’aspetto che riguarda la scuola e i bambini – ha esordito Bocelli – io ho una figlia di 8 anni e non posso pensare che questi ragazzi debbano ritrovarsi a scuola divisi da un pezzo di plexiglass e nascosti da una mascherina. Non posso pensare che con celerità incredibile si sia pensato di chiudere la scuola e con la stessa celerità si sia pensato a riaprire le discoteche, dove i ragazzi vanno non a formarsi ma a disperdere i propri cervelli”.

Bocelli: no a misure troppo drastiche

Il cantante ha precisato di essere “lontano dalla politica” ma di aver partecipato all’evento per esprimere alcune sue preoccupazioni. Preoccupazioni che riguardano i più piccoli e anche il timore degli effetti di misure troppo drastiche. “Approfitto di questo microfono per rivolgere un accorato appello: rifiutiamoci di seguire questa regola, prendiamo dei libri, giriamo, conosciamoci, parliamo, dialoghiamo. Io all’inizio del lockdown ho disturbato tutti, ho chiamato Renzi, Salvini, Berlusconi, tutti quelli che conoscevo. Questa battaglia si può vincere solo se si crea un fronte trasversale, se c’è la volontà di fare qualcosa insieme. Spero che tutti insieme si riesca a superare questo momento che è stato veramente terribile”.

Salvini: io non saluto col gomito

Al convegno ha preso parte anche Matteo Salvini che ha definito “il saluto con il gomito la fine della specie umana, io mi sono rifiutato, piuttosto non saluto”. “Se uno mi si avvicina e mi porge la mano – ha detto ancora – io commetto reato e gli stringo la mano, lo confesso”.


 

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