In Lombardia polmoniti sospette prima dell’allarme cinese. Qualcuno chieda spiegazioni a Pechino

30 Giu 2020 17:28 - di Giovanni Pasero
polmoniti sospette

La diffusione del coronavirus e la pandemia potevano essere evitate se Pechino avesse avvertito prima il mondo. L’ipotesi si ripresenta dopo le ultime clamorose rivelazioni dalla Lombardia. Tra novembre e gennaio ci sono state 110 polmoniti “sospette” all’ospedale di Alzano Lombardo, finito ora al centro dell’inchiesta della Procura di Bergamo, che indaga sulla gestione del pronto soccorso durante l’emergenza Coronavirus. A riferirlo è L’Eco di Bergamo riportando i dati resi pubblici dall’Ats Bergamo e Asst Bergamo Est su richiesta del consigliere regionale di Azione, Niccolò Carretta. Stando ai dati, le polmoniti sono state 18 a novembre, per poi passare alle 40 di dicembre e altre 52 a gennaio. Ecco il confronto tra i ricoveri del 2019 e quelli del 2018. Emerge infatti che sono state “196 le polmoniti non riconosciute nel 2018, 256 tra gennaio e dicembre 2019”. Il 30% in più.

Coronavirus, le polmoniti in Lombardia

I magistrati bergamaschi hanno acquisito le circolari emanate dal ministero con i criteri scelti per procedere con il tampone e quindi individuare i casi di coronavirus. Nelle linee guida del 22 gennaio si raccomandava di considerare un caso sospetto anche “una persona che manifesta un decorso clinico insolito o inaspettato. Soprattutto un deterioramento improvviso nonostante un trattamento adeguato senza tener conto del luogo di residenza o storia di viaggio”.

Nella circolare del 27 gennaio invece, i casi sospetti, oltre ai sintomi devono anche avere “una storia di viaggi nella regione di Wuhan. E nei 14 giorni precedenti l’insorgenza della sintomatologia” oppure aver “visitato o ha lavorato in un mercato di animali vivi a Wuhan e/o nella provincia di Hubei”.

Anche uno studio di Harvard incastra Pechino

A questa notizia va aggiunto quanto rivelato dai satelliti americani. Secondo uno studio dell’Università di Harvard, ad agosto gli ospedali di Whuan erano affollati. Un traffico anomalo, riscontrato nei parcheggi degli ospedali della città dove è nato il coronavirus. Un elementare sillogismo lascia intendere che Pechino già sapeva con largo anticipo del coronavirus, ma non ha avvertito nessuno.

Commenti

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  • Carlo Cervini 1 Luglio 2020

    Purtroppo la diffusione del Covid risale ad Ottobre e Novembre 2019 e i focolai più virulenti sono stati a Lodi, Cremona, Brescia, Bergamo e la fascia nord dell’Emilia; guarda caso dove c’è la moggiore concentrazione di immigrati…………il contagio non viene dalla Cina, ma da Sud come la Sars e HIV.