«Conte in tv è stato un flop a reti unificate». Il renziano Anzaldi “asfalta” il premier
Un gigantesco flop. E se è vero che non v’è termometro più fedele dello share televisivo per misurare lo stato di salute di leader e partiti, il magro raccolto dell’ultima diretta a reti unificate di Conte dà ragione a chi ne spiegava la popolarità con la paura del virus. Le emergenze, si sa, sono centripete e si risolvono quasi sempre in un vantaggio per chi governa. Infatti, ora che il virus non fa più paura come prima, anche le performance tv di Conte cominciano a fare cilecca. Ancora più angosciante per lui è il fatto che ad evidenziarlo non sia un avversario, ma un parlamentare della sua stressa maggioranza, il renziano Michele Anzaldi. È questi a parlare di «flop» a reti unificate.
Anzaldi è l’esperto di comunicazione di Iv
Ed è sempre Anzaldi a decrittarlo come «un segnale indicativo della disillusione dei cittadini». Tradotto: «Gli italiani sono stanchi di chiacchiere e annunci» e vogliono «provvedimenti per far ripartire davvero l’economia». Le parole di Anzaldi sembrano ispirate direttamente da Matteo Renzi. Il parlamentare lo cita per ricordare che era il 15 novembre del 2019 quando il leader di Italia Viva parlò di “piano choc” per le infrastrutture. «Ancora aspettiamo», scrive su Facebook. Le parole del segretario della Vigilanza Rai sono il segnale che la tregua nella maggioranza è già finita.
«Il governo è lento»
Renzi fiuta il vento e avverte il dissenso montante contro il governo di cui fa parte. Ma prima di staccare la spina dev’essere sicuro che lo sbocco di una eventuale crisi non siano le elezioni anticipate. Iv è a troppo debole nei sondaggi per tentare fughe in avanti. Meglio, dunque, continuare a fingere di essere opposizione stando ben saldo nei ministeri. «Purtroppo – denuncia infatti Anzaldi – in questi mesi la risposta del governo è stata lenta, lacunosa, si è partiti tardi e con provvedimenti insufficienti». Ululare contro i lupi restando nel branco. Finché dura.