Sos di Burioni e Vaia: scuola e bus fanno paura. Occhio alla variabile asintomatici
«Si riapre ma dobbiamo essere prudenti». Lo raccomanda il virologo Roberto Burioni su Twitter, a commento di un un tweet del medico Milad Sharifpour, anestesista della Emory University di Atlanta. Un post in cui lo specialista americano mette in guardia su quanto può accadere se non si rispettano le misure di distanziamento sociale in questo momento. «Un piccolo gruppo di miei amici si è riunito a pranzo 10 giorni fa – scrive Sharifpour –. Ora uno è in respirazione assistita. Un altro è ricoverato in ospedale. Altri 5 sono positivi in isolamento a casa. Puoi essere asintomatico e avere Covid-19», sottolinea ricordando il ruolo degli asintomatici nella diffusione del contagio. E l’importanza di mantenere le misure di distanziamento sociale in questa fase di riaperture e di ripresa della vita sociale.
Fase 2, Burioni e Vaia: mai guardarsi indietro, ma neanche abbassare la guardia
In questa seconda fase guai a tornare indietro con l’attenzione alle misure igieniche e di distanziamento che abbiamo messo in campo fino ad oggi, sarebbe un delitto perché è una momento delicatissimo. È importante riaprire, ma occorre farlo con cautela osservando il massimo della precauzione». Lo sottolinea all’Adnkronos Salute anche il direttore sanitario dell‘Inmi Spallanzani di Roma Francesco Vaia, tornando sull’accordo tra Regioni e Governo per le linee guida della fase 2. «Credo che sia necessario porre attenzione a due settori in particolare: la scuola e i trasporti. Sono oggi fonte di preoccupazione per la comunità e metterli in sicurezza – chiarisce Vaia – da un punto di vista strutturale e di risorse umane, significa prevenire i rischi che potranno manifestarsi a settembre con la riapertura delle scuole. Penso, ad esempio, a personale formato che possa accompagnare gli studenti nel mettere in pratica tutte le misure di prevenzione anti-Covid».
La connessione tra cittadini, media e operatori sanitari hanno salvato Roma e il Lazio
«Ci siamo ripromessi che nessuno resterà indietro»
«Noi abbiamo capito tante cose dal 29 gennaio, quando ricoverammo allo Spallanzani la coppia cinese positiva – ricorda –. Abbiamo isolato il virus e capito quale era la terapia più giusta per aggredirlo. Stiamo sperimentando dei farmaci e la terapia del plasma da donatore. Poi c’è il lavoro sul vaccino “made in Italy” che stiamo portando avanti. Ci siamo accorti – conclude il direttore sanitario – che la popolazione più colpita è quella degli anziani. E ci siamo ripromessi che nessuno resterà indietro. A tutti deve essere data la possibilità di cura».