Libia, la Farnesina sta zitta quando Haftar le prende, strilla quando Haftar le dà…

8 Mag 2020 15:54 - di Giovanni Trotta
libia al serraj e gentiloni

Libia, il governo italiano si schiera con il suo omologo governo-fantoccio della Ue di al Serraj. Oggi si lamentano per un attacco delle truppe del generale Khalifa Haftar “vicino alla residenza dell’ambasciatore”. Addirittura: e cos’è, lesa maestà? Chiariamo: il governo italiano, e la Farnesina in particolare, sembrano non aver ancora ben compreso che in Libia c’è una guerra. Dopo giorni di continui attacchi delle forze del premier-fantoccio al Serraj contro Haftar, il 5 e il 6 maggio, oggi le forze di Haftar hanno lanciato una controffensiva. E che c’è di strano? Nelle guerre succede.

Libia, perché l’Italia non fa i propri interessi?

La verità è un’altra: il governo italiano (premier Gentiloni) fece sotto dettatura della Ue e dell’Onu la scelta di riconoscere il governo di al Serraj, che non controlla neanche la città dove ha sede, Tripoli, e ora continua a perseguire questa scelta sbagliata. I motivi – e gli interessi – di Onu e Ue sono chiari. Al Serraj è un fantoccio messo lì dalle organizzazioni citate, mentre Haftar, che incarna il popolo libico, ha la gravissima colpa di essere appoggiato dalla Russia di Putin. Sì, quella stessa Russia che ci ha inviato aiuti e medici nel momento della difficoltà e che noi italiani ripaghiano con le sanzioni.

Il governo italiano ubbidisce passivamente ai diktat della Ue

Ma a parte questo, gli interessi di Onu e Ue non combaciano quasi mai con quelli dell’Italia, e stavolta andrà anche peggio, perché verosimilmente Haftar vincerà la guerra civile e la prima cosa che nazionalizzerà saranno i pozzi di petrolio italiani. Se il governo italiano deve proprio prendere parte in maniera faziosa alle guerra civile di uno Stato estero, almeno faccia gli interessi dell’Italia. Che non sono quelli di al Serraj. Che tra l’altro è quello che ci manda i barconi con i clandestini, dopo che noi gli abbiamo regalato le motovedette.

Quello che dovrebbe invece fare il governo italiano è tentare una mediazione tra le due parti e offrirsi come garante in un eventuale processo di pacificazione nazionale. E non schierarsi con la parte che probabilmente risulterà perdente. La Farnesina ad esempio dovrebbe protestare per le interferenze armate esterne di Stati ostili alle Ue e all’Italia, come la Turchia. Ma la politica estera è fa tempo che non è pane per i nostri denti. Megli astenerci, allora, e accolgier ei clandestini. Altro non sappiamo fare.

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