Aumentano i prezzi dei beni di prima necessità. Meloni: «Intervenga subito il garante»

17 Apr 2020 14:21 - di Redazione

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano da +0,3% di febbraio a +1,0%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rallentano da +0,8% a +0,6%, registrando in entrambi i casi una crescita più sostenuta di quella riferita all’intero paniere. Lo ha certificato l’Istat due giorni fa. Di qui l’intervento della leader di FdI Giorgia Meloni che chiede un intervento del garante dei prezzi per fermare la speculazione.

Il problema è anche al centro di una nota dell’esponente di Forza italia Guido Sozzani. ”Di fronte a questa emergenza sanitaria ed economica – afferma – ci aspettavamo che i prezzi di mascherine e beni di prima necessità avessero prezzi accessibili a tutti. Un’aspettativa motivata anche dal ribasso del prezzo della benzina. Ma fino ad ora il governo è stato bravo solo a controllare se tutte quelle attività produttive che sono rimaste aperte abbiano adottano le giuste misure di sicurezza, facendo anche multe salate, non mostrando però lo stesso rigore nel controllo dei prezzi di beni primari come latte, farina, ma anche di presidi necessari in questa emergenza: mascherine, disinfettanti”.

”Il governo – conclude Sozzani – non sia complice di chi quotidianamente fa sciacallaggio sulla pelle degli italiani perché è inutile negare che accanto a persone che hanno teso la mano facendo donazioni o semplicemente hanno preso l’impegno di tenere i prezzi fissi fino a fine emergenza, ci siano atteggiamenti meno virtuosi di coloro che approfittano del momento per lucrarne. Ci auguriamo che l’ente del Mise predisposto a tali controlli, il Garante per la Sorveglianza dei prezzi, si faccia vivo ed incentivi la sua attività. Dobbiamo tutelare sicuramente la salute degli italiani ma anche le loro finanze”.

Commenti

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  • Marco Tucci 17 Aprile 2020

    Buongiorno,
    per fatti contingentie le mascherine sono super richieste a livello mondiale…pertanto non solo non si trovano, il prezzo risente dell’elevata domanda. Piuttosto, non si capisce perché in Puglia ci sono il distretto calzaturiero e quello del mobile imbottito, entrambi in crisi, perché non sono stati investiti di produrre mascherine, magari avremmo risparmiato anche la CIG e aiuti alle imprese.
    Per i prodotti ortofrutticoli manca la mano d’opera. Fatte salve le norme di “sicurezza” potrebbero essere impiegati i destinatari di sussidi…piuttosto che perdere il raccolto. Perché il prodotto non raccolto…va perso…la petdita si scarica sul prezzo.
    Buona serata.