40mila mascherine e 1250 litri di gel per Palazzo Chigi: per il governo le scorte di Conte sono pure troppo scarse

15 Apr 2020 18:02 - di Redazione

Nessuna ”scorta clamorosa”, non è stato organizzato nessun ”ospedale” a palazzo Chigi. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà, risponde nell’Aula della Camera alle interrogazioni di Lega e Fdi che chiedono chiarezza sull’acquisto di materiale sanitario (mascherine, gel igienizzate, guanti e bombole di ossigeno) già prima del 20 febbraio ad ”uso della presidenza del Consiglio”.

Le interrogazioni di Molinari e Lollobrigida

I capigruppo Riccardo Molinari e Francesco Lollobrigida, chiedevano la presenza al question time del premier Giuseppe Conte, che accusano di ”delirio di onnipotenza’, e vogliono capire se sono fondati gli articoli stampa che parlano di ”scorte sanitarie ingenti e clamorose” in piazza Colonna ottenute dal presidente del Consiglio per l’emergenza Covid-19 quando nel Paese scarseggiavano le provviste di ‘protezioni individuali’.

D’Incà: materiale decisamente “modesto”

Il governo ha in pratica scaricato ogni responsabilità sulla direttiva della Pubblica amministrazione. D’Incà assicura che si tratta di ”quantitativi di materiale sanitario decisamente modesti se si considera il numero complessivo dei soli lavoratori degli uffici della presidenza del Consiglio dei ministri, che sono circa 3.000 e sono dislocati non solo a palazzo Chigi, ma in circa 15 sedi differenti” e sottolinea che gli acquisti di farmaci, mascherine e guanti sono stati ”trasparenti”. Ma i lavoratori non erano stati messi quasi tutti in smart working?

Il ministro indica nel dettaglio gli ‘ordini’: un ”numero limitato di 500 mascherine del tipo FFP3, che, a tutt’oggi, non sono state, peraltro, ancora consegnate”; “sono stati consegnati”, invece, 1250 litri di gel igienizzante”, “310 confezioni da 100 guanti ciascuna” e ”11.600 mascherine chirurgiche”, tutte comprate dopo l’emanazione della direttiva Dadone del 25 febbraio scorso che imponeva a tutte le amministrazioni pubbliche di adottare misure di igiene e protezione a favore dei dipendenti. Acquistate però mentre nel Paese cresceva l’allarme per la mancanza di presidi sanitari non solo per i cittadini normali ma soprattutto per quelli più esposti e per i lavoratori a rischio, a cominciare da medici e infermieri.

Ordini seguiti alla direttiva della PA

A queste si aggiungono 32mila 400 mascherine chirurgiche che dovrebbero essere consegnate a maggio. ”Quanto agli acquisti di guanti, gel disinfettante e mascherine chirurgiche -ci tiene a sottolineare D’Incà- si fa presente che la ministra per la Pubblica amministrazione ha emanato, il 25 febbraio 2020, una direttiva che ha imposto a tutte le amministrazioni pubbliche l’adozione di misure di igiene e di protezione a beneficio di tutti i dipendenti e di tutti coloro che, a diverso titolo, operano o si trovano presso l’amministrazione”.

“Nei giorni successivi all’emanazione di questa direttiva -dice- la presidenza del Consiglio ha avviato le procedure negoziali che hanno portato all’acquisto e alla consegna di 1.250 litri di gel igienizzante, di 310 confezioni da 100 guanti ciascuna, di 11.600 mascherine chirurgiche”.

D’Incà: non sono scorte clamorose

“Altre 32.400 mascherine chirurgiche -aggiunge- sono state pure ordinate e dovrebbero essere consegnate, in base all’originaria previsione a fine maggio”. I “materiali di cui sopra -assicura il ministro- non costituiscono ‘scorte clamorose’, né tantomeno sono frutto di valutazioni ‘egoistiche’ effettuate dagli uffici della presidenza del Consiglio. Mi basti ricordare, in proposito, che, a ieri, la Protezione civile ha consegnato 97.108.045 mascherine e 15.156.000 guanti”. Quanto all’utilizzo, prosegue D’Incà, “le mascherine sono poste a disposizione di tutti i lavoratori che, per ragioni di spazio o di mansioni, non sono in condizione di rispettare le prescritte distanze di sicurezza durante l’espletamento delle loro funzioni”.

La replica di Lollobrigida e Donzelli

In sede di replica Lollobrigida ha detto che al posto di D’Incà in Parlamento ci doveva essere Conte, a rispondere e chiarire sull’accaparramento di mascherine che peraltro venivano indicate come inutili nei primi tempi dell’emergenza creando disorientamento tra i cittadini. “Il Parlamento è la sede competente per un confronto – ha detto Lollobrigida – e ancora una volta Conte si rifiuta di rispondere sugli atti compiuti durante l’emergenza sanitaria”. Sul tema è intervenuto anche il deputato di FdI Donzelli sottolineando che gli acquisti per il “Giuseppe Conte hospital” sono stati fatti in piena emergenza Covid 19 e sono stati fatti subito mentre per il bando Consip relativo alle mascherine per gli ospedali si è dovuto aspettare per ben 22 giorni, mentre nelle corsie si lottava “a mani nude” contro il virus.

Commenti

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  • Teresa Malaspina 16 Aprile 2020

    scandaloso un presidente del consiglio non idoneo a tale ruolo pressapochista egoista si appropria di ciò che non gli spetta SFIDUCIARE E A CASA SUBITO

  • Laura52 16 Aprile 2020

    Scrivo nuovamente. Vivo a Bergamo. Tutti si rendono conto di quello che significa. Ho 67 anni, e vi evito il numero di amici e conoscenti che non ci sono più. Possiedo 3 mascherine di tipo chirurgico monouso (regalate a tutti i cittadini che ne hanno fatto richiesta da Regione Lombardia)che cerco di sanificare tutte le volte che le uso utilizzando un pochino di alcohol e mettendole al sole per almeno 2 giorni. Ho una scatola di guanti di lattice che metto in acqua e candeggina tutte le volte che li uso. Fortunatamente, dato che lo utilizzavo già prima, ho 8 bottigliette di gel all’amuchina. Non ho potuto fare nessuna scorta prima della diffusione del contagio. Attualmente questi articoli sono estremamente rari. Ma io non mi chiamo Conti Giuseppi, anche se , come lui, avrei tutti i titoli per fare la premier

  • ADRIANO AGOSTINI 16 Aprile 2020

    Sono degli accaparratori nel senso dispregiativo che si usava nel tempo di guerra quando non c’era niente da mangiare.

  • Giuseppe 16 Aprile 2020

    Chiedo, ma la cura e la vita del presidente, dei ministri, dei parlamentari in generale, dei portaborse, ecc. sono più importanti di qualsiasi altro cittadino? Perché a loro stutto ed a noi niente? Basta privilegi, siamo tutti uguali.

  • eaglerider 15 Aprile 2020

    Classico stile nazisinistro: negare l’evidenza confermandola, attribuendo ad altri la responsabilità.