Salvini: «Il nostro Paese merita tanto, non le briciole. Insulti nel freezer, compriamo italiano»
Arriva la risposta di Matteo Salvini agli appelli all’unità delle forze politiche di fronte al coronavirus. La situazione è di emergenza, tutti devono rimboccarsi le maniche. «Gli insulti del passato e tutto quello che è accaduto fino a ieri rimane in freezer», dice in diretta facebook. «Dopo torneremo a dividerci. Ma prima viene il diritto alla vita, alla salute e al lavoro. Spero che sia chiaro che la Lega c’è».
Salvini: «L’Italia merita tanto, non le briciole»
Bisogna agire subito e con fermezza. «Chiedere il permesso no», chiarisce Salvini. «In Europa dobbiamo chiedere per spendere “i soldi prodotti dai propri lavoratori”, che “sono soldi nostri”? Vuol dire che c’è qualcosa che non funziona». Del resto, «Quando le emergenze scoppiavano altrove, l’Italia ha sempre dato prova di grande generosità. Ora che abbiamo bisogno noi, non è possibile vedere la comunità internazionale voltarci le spalle. Il nostro Paese merita tanto, non le briciole».
«Dobbiamo spendere i soldi per il nostro popolo»
«È un momento eccezionale, sono richiesti interventi eccezionali. Il governo deve poter spendere per il suo popolo i soldi prodotti dal lavoro del suo popolo. Non è possibile stare qui a discutere per 3,6 miliardi», incalza Salvini. «Questo è il momento del coraggio e della fermezza. Bisogna volare alto. Noi ci siamo».
«Sono orgoglioso dei nostri prodotti»
Poi l’appello. «Bisogna comprare italiano, sono orgoglioso dei nostri prodotti. Faccio una appello a pieno cuore per evitare il disastro economico, compriamo italiano, vestiamo italiano, restiamo in Italia e spendiamo qui i nostri soldi».
Salvini ribadisce: contributo doveroso alle famiglie
«La salute viene prima di tutto. Ma sentire da un momento all’altro “domani tuo figlio non va a scuola”… Un Paese serio, moderno, evuluto, aiuta le mamme e i papà con un contributo eccezionale per chi non può contare sui nonni, sulla babysitter. Un contributo eccezionale è doveroso», conclude Salvini.