Coronavirus, l’appello di 3 scienziati all’Aifa contro la sperimentazione dell’Avigan: sequel del caso Stamina

28 Mar 2020 18:31 - di Redazione

Contestano la procedura per la sperimentazione dei farmaci contro il Coronavirus  tre scienziati titolati. Che accusano, in sostanza,  l’Aifa, le istituzioni e i politici di ripercorre, contro il Coronavirus, la stessa strada del caso Stamina.

“Quello che atterrisce, come nel caso di Stamina e delle varie terapie anticancro proposte nel passato, è che questo tsunami di incompetenza riesca a convincere i politici – dicono i tre scienziati. – E a indurre stimate agenzie come l’Aifa o le istituzioni del Paese ad approvare sperimentazioni non già richieste dai vari virologi e clinici che questi farmaci (Avigan incluso) li conoscono bene e che stanno combattendo per noi”.

Gli scienziati Enrico BucciGilberto Corbellini, e Michele De Luca, , sollevano la questione l in un editoriale pubblicato su ‘Scienza in rete‘.

Bucci è professore di Biologia presso la Temple University di Philadelphia.

De Luca, invece, è direttore del Centro di Medicina rigenerativa dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Corbellini, infine, è direttore del Museo di storia della medicina dell’Università Sapienza di Roma.

“Qui non stiamo contestando il farmaco specifico – sostengono i tre – quanto la procedura che lo starebbe portando in una sperimentazione”.

Sperimentazione “che, capiamo bene – precisano i tre scienziati – priverebbe molti pazienti di altri farmaci attualmente molto più promettenti” contro il Coronavirus.

”Ed è su questa base – accusano – che Aifa non dovrebbe alle pressioni e approvare una sperimentazione fondata sulle attuali conoscenze”.

“Ci risiamo! Sembra un sequel del caso Stamina. Quando 3 milioni di euro furono destinati a una sperimentazione, mai partita,”.

”Sperimentazione “intesa a provare quello che gli scienziati sapevano e dicevano, cioè che non era una cura”, ricordano gli scienziati.

”Cambia il contenuto ma non il metodo”, protestano.

”Nell’emergenza e nella paura viene spontaneo smanettare o agitarsi o ignorare le regole e le buone pratiche”, sintetizzano i tre scienziati.

“Per cui i richiami al metodo scientifico cadono inascoltati. E nelle società/economie fondate sulla conoscenza paradossalmente la mentalità tribale torna in auge”

”Con qualche dubbio in più per la salute pubblica – accusano – visto che il nuovo farmaco in sperimentazione potrebbe rischiare di diffondere ceppi del virus mutati più pericolosi di quello attuale”.

“Dal nulla, in un sabato di marzo, arriva la soluzione alla pandemia mondiale – ironizzano i tre esperti. – Non dall’Oms o da una prestigiosa università. Ma da YouTube”.

”Non da un virologo. Ma da un appassionato di videogame. Che annuncia? con assoluta sicurezza, che lui conosce la verità, denunciano Bucci, Corbellini e De Luca.

”Esiste un farmaco che cura il 90% dei casi di Coronavirus. Tanto che in Giappone ‘si sono resi conto che funziona alla grande”, rifanno il verso all’esperto di videogame.

“Con ovvi riferimenti a complotti e a un presunto ruolo dell’agenzia regolatoria nazionale e della burocrazia italiana nel privarci di questo farmaco miracoloso”.

”Per finire con una chiamata alle armi: gli italiani dovrebbero chiedere ‘a gran voce’ al governo di avere l’Avigan. Per risollevarsi come hanno fatto i giapponesi”.

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