Anziana massacrata in una cascina, fermato un bulgaro confessa: l’ho uccisa. Speravo di trovare più soldi

6 Gen 2020 20:17 - di Greta Paolucci
anziana uccisa in cascina foto Ansa

Il caso è risolto. Ma l’orrore aumenta, se possibile, proprio nelle ore della sua risoluzione. Per la morte di Carla Quattri Bossi, l’anziana massacrata in una cascina nella periferia sud di Milano, c’è un colpevole. Di più: un reo confesso. Le forze dell’ordine hanno fermato un uomo per il delitto della povera 90enne, trovata senza vita, legata e con il cranio fracassato nella cascina agricola in via Pescara (Milano). Si tratta di un ventiduenne bulgaro che ha ammesso di aver ucciso la donna perché non avrebbe ceduto a una richiesta di denaro. A fermare lo straniero sono stati gli agenti della Squadra Mobile.

Anziana massacrata in una cascina. Fermato un bulgaro

La ricostruzione dell’atroce omicidio è agghiacciante. Il giovane, un dipendente che viveva e lavorava nella cascina, ha riferito di aver chiesto all’anziana piccole somme di denaro. Ma davanti al suo rifiuto, l’avrebbe colpita fino ad ucciderla, forse con un barattolo di marmellata, trovato in frantumi sul luogo del delitto. L’anziana, che sarebbe morta nella tarda serata di sabato, era stata trovata con i polsi legati da un pezzo di stoffa e il viso avvolto in un telo. Forse per tamponare il sangue che fuoriusciva da una grossa ferita sul cranio. Inoltre il corpo recava anche altre ferite. Secondo quanto emerso dalle indagini, dopo il delitto il ragazzo avrebbe portato via 150 euro, spesi poi per comprare alcune bottiglie di alcolici, e diversi monili, tra cui la fede nuziale della donna, ( con incisi il nome della vittima e del marito), ritrovati in uno zaino nell’armadietto della stanza che occupava.

Il 22enne straniero sotto torchio nell’interrogatorio confessa

Il ragazzo dopo l’omicidio avrebbe anche tentato di cancellare le tracce di sangue lavando nella notte i vestiti in lavatrice. Ma non gli è bastato: i poliziotti che hanno eseguito i primi riscontri sul luogo del delitto, hanno rinvenuto peraltro un’impronta di una scarpa compatibile con quelle presenti sulla scena del crimine all’interno dell’abitazione occupata dallo straniero. anche nella lavatrice, usata dall’assassino per cancellare eventuali tracce, gli abiti che il giovane avrebbe indossato al momento dell’efferato omicidio. Le indagini sono coordinate dal pm Prisco e dal procuratore aggiunto Laura Pedio. Non solo: durante l’interrogatorio a cui lo straniero è stato sottoposto nella notte, il reo confesso ha ammesso: avrebbe agito per estorcere alla vittima del denaro. Ma alla fine, ha detto, è riuscito a portare via “solo” 1000 euro. «Pensavo di trovare più soldi», avrebbe confessato il 22enne agli inquirenti.

L’agghiacciante ammissione: «Pensavo di trovare più soldi»…

Va detto infine che, come riporta in queste ore il sito de Il Giornale, dalle testimonianze raccolte dagli investigatori al lavoro sul caso tra i familiari della vittima, è emerso che nell’ultimo anno c’erano stati diversi ammanchi di denaro sottratto alla contabilità dell’agriturismo. Ammanchi a cui non si era data però troppa importanza in quanto si ipotizzava qualche errore nei conti o seplici perdite occasionali. Invece, il tragico epilogo di questa terribile vicenda dimostra che quelle sottrazioni di soldi dalla cassa erano solo l’inizio…

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