Andrea Vianello torna in tv dopo l’ictus e ringrazia Lucia: l’infermiera che gli salvò la vita

19 Gen 2020 11:41 - di Redazione
Andrea Vianello

Un anno lontano dal piccolo schermo. Poi, ieri sera, il ritorno dopo l’ictus che gli ha impedito di parlare per lunghi mesi. E Andrea Vianello su Twitter ringrazia tutti per l’affetto arrivato a valanga dopo la partecipazione a Le parole di Rai3, talk condotto da Massimo Gramellini. Con un ringraziamento particolare a chi, un anno fa, gli ha salvato la vita. «Tornare in tv – scrive il conduttore – è stato incredibilmente emozionante. Grazie a tutti i messaggi, davvero, in particolare quello via Messenger di Lucia, l’infermiera del 118 che mi ha soccorso a casa quel 2 febbraio. Grazie, Lucia».

Andrea Vianello torna in tv

Era stato invitato per parlare il libro Ogni parola che sapevo, in uscita per Mondadori il 21 gennaio. La paura era tanta. Ma è stata una bella occasione: «Non pensavo di poter tornare in tv, in realtà non era neanche così importante», ha confidato al collega Gramellini. Vianello ha raccontato il suo percorso dopo l’ictus per tornare a parlare. «Sono stato curato prima all’Umberto I poi alla Fondazione Santa Lucia, sanità pubblica – ha raccontato il giornalista – mi hanno tanto aiutato. Queste parole sullo schermo sono le prime che ho imparato a dire. Io avevo perso completamente i fonemi. Una ragazza mi ha salvato la vita, si chiama Flavia, ha trent’anni, è la mia logopedista ed è stata come la mia mamma. I primi tempi con lei, non riuscivo più a capire come mettere la lingua per pronunciare le consonanti».

Il libro “Ogni parola che sapevo”

Poi ha parlato del libro. «L’ho scritto perché come non riuscivo più a parlare così non riuscivo neanche a scrivere», dice l’ex direttore di Rai 3, «dopo l’ictus tante persone non solo non riescono a esprimersi ma neanche ad aprire la bocca. Bisogna dirlo, invece, è possibile farcela». Anche se lui stesso definisce l’ictus un «mostro», perché «arriva come il fulmine», e «le persone si vergognano, hanno paura»: «Io mi sentivo sfigurato, mi sembrava che la faccia non fosse più la mia, non avevo più le parole». Ma oggi è «un uomo diverso».

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