Tg3: ecco come i giovanissimi usano i social in barba alla legge. Le responsabilità dei genitori

7 Dic 2019 9:22 - di Redazione
Tg3

Gli studenti di scuola media cominciano ad essere “vittime” dei cellulari. Giovanissimi, passano molte ore a chattare e a stare sui social. Guardano i video, postano foto, fanno parte di gruppi WhatsApp. Vanno alla ricerca dei like. È indiscutibile: i minori usano i social bypassando la legge. In alcuni casi in modo consapevole, in altri no. Il tutto emerge dal sondaggio realizzato da “Osservare Oltre” per il Tg3. Un sondaggio che fotografa una situazione preoccupante. Regole inapplicate, inconsapevoli via libera a profilazioni vietate, sottovalutazione del cyberbullismo.

L’allarme del Tg3 riguarda i giovanissimi

Si tratta di un sondaggio che rappresenta «un unicum per molte ragioni. Innanzitutto, per l’età degli intervistati: bambini e ragazzi tra i dieci e i quattordici anni, tutti studenti della scuola media inferiore. Poi per il numero degli intervistati, ben 7896 preadolescenti che hanno risposto alle domande in maniera anonima. Quindi, senza à’influenza degli adulti e in assoluta libertà.

La responsabilità dei genitori

«Per utilizzare i social network bisogna avere almeno 14 anni, tra i 13 e i 14 è possibile farlo. Ma con la supervisione dei genitori. Sotto i 13 anni è semplicemente vietato usare Facebook, Instagram, Twitter, Snapchat o WhatsApp. Se un infratredicenne attraverso uno di questi strumenti commette un reato o provoca danni, il responsabile è il genitore».  Secondo il codice penale non è imputabile chi abbia commesso il fatto quando non aveva ancora compiuto i quattordici anni. Quindi si configura quella che viene definita culpa in vigilando che è alla base della responsabilità civile dei genitori».

Le regole inapplicate

Il sondaggio del Tg3 riguarda proprio i ragazzi dai dieci ai quattordici anni. Su quasi 7900 intervistati, l’84% possiede un profilo social, nessuno al momento dell’iscrizione ha indicato la sua vera età, neppure quel 22 per cento che lo ha fatto con un genitore presente.

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