Terrorismo, bombe contro le espulsioni degli immigrati: anarchico incastrato dal Dna (video)
I carabinieri del Ros hanno arrestato un anarchico per la bomba piazzata davanti a un ufficio postale di Genova, nel giugno del 2016. Gli investigatori sono arrivati all’uomo, Giuseppe Bruna di 49 anni, grazie al dna che hanno trovato su un guanto usato dai due attentatori. La bomba alle Poste di via Colombo – hanno spiegato gli inquirenti – rientrava nella campagna dei gruppi anarchici contro i Cie, i Centri di identificazione ed espulsione. Tra il 2015 e il 2016 il terrorismo anarchico realizzò 16 attentati incendiari ed esplosivi contro soggetti che riteneva coinvolti a vario titolo nelle espulsioni degli immigrati clandestini.
La bomba all’ufficio postale di Genova
L’arresto di Bruna, accusato di fabbricazione e porto di ordigno esplosivo, è stato disposto dal tribunale di Torino, su richiesta della direzione antiterrorismo della città. Le indagini, che riguardano ad ampio spettro l’attività dei gruppi anarchici, ora si concentrano sulla ricerca del secondo uomo di Genova. Gli attentatori fabbricarono la bomba all’ufficio postale con una tanica da 5 litri riempita con liquido infiammabile, un timer artigianale e una sveglia per attivarlo. L’ordigno non esplose solo a causa di un malfunzionamento. In un video di sorveglianza, diffuso dai carabinieri, si vedono due uomini vestiti di scuro e con il volto travisato piazzare l’ordigno vicino al postamat.
L’anarchico arrestato anche per altri attentati
A Bruna, originario di Agrigento, gli inquirenti sono arrivati indagando su un altro caso: a maggio l’uomo è finito in carcere, su richiesta del Gip di Milano, per attentati con plichi esplosivi ai danni di due magistrati torinesi, Roberto Sparagna e Antonio Rinaudo, che stavano lavorando proprio sugli attentati anarchici, e dell’allora direttore del Dap, Santi Consolo.