Rifiuti a Roma, la Raggi sommersa dai reclami. FdI la incastra: «Dovrà rimborsare la Tari»

16 Dic 2019 11:39 - di Redazione
Raggi

Virginia Raggi sempre più nei guai. Roma è sommersa dalla monnezza e le proteste non si contano più. E ora deve fare i conti  con «la battaglia portata avanti da Roberta Angelilli (FdI) va avanti. E la Raggi sarà costretta a rimborsare la Tari per un servizio che non esiste. Lo scrive sulla sua pagina Facebook 7Colli. «E più il Comune ritarda nel fare il proprio dovere a partire dalle utenze non domestiche – il commercio, ad esempio – e più soldi dovrà sborsare per ogni giorno che passa». Roberta Angelilli ha portato alla ribalta nazionale lo scandalo delle inadempienze del Comune – a partire dalla trasmissione Le Iene – e ora il tutto approderà in Campidoglio. Grazie a una mozione a cui stanno lavorando i consiglieri della Lista con Giorgia, Rachele Mussolini  e di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni con De Priamo, Figliomeni e Mennuni. Va detto, scrive 7Colli,  che é in corso di svolgimento un appalto di Ama SpA relativo alla raccolta differenziata dei rifiuti presso le utenze non domestiche. La gara ha suscitato molte polemiche, reclami e anche un’inchiesta della Procura della Repubblica.

Raggi, 55mila reclami arrivati

7Colli numeri alla mano elenca quanti sono i reclami arrivati. E la raggi non può non tenerne conto. Secondo dati forniti da Ama SpA ne sono pervenuti 55.106 per gravi inefficienze del servizio. Di questi 12.952 arrivano dal primo Municipio. Il centro storico ha totalizzato il record municipale di proteste contro il disservizio. Di questi reclami, che decorrono dal 1 gennaio al 30 settembre Ams ne ha esaminati 23.509, pari al 42,66%. Ne restano inevasi 31.597, pari al 57,34%. Secondo 7Colli, è certa la fondatezza di meno della metà dei reclami pervenuti. E Ama ha avviato una serie di controlli che hanno già determinato l’attivazione di penali, previste dal capitolato di gara per gravi inadempienze nello svolgimento del servizio. Il tutto per un controvalore di 1.113.272 euro, così suddivise tra le imprese appaltatrici. Avr 53.200 euro, Sarin 196.772 euro e Multiservizi 863.300 euro. Altre contestazioni sono ancora in corso di valutazione ed è molto probabile che, al termine dell’esame dei reclami già pervenuti e di quelli che riguarderanno l’ultimo trimestre dell’anno, le penali saranno più che raddoppiate.

Il disastro multiservizi

Denuncia ancora 7Colli, che la performance più disastrosa è quella della Multiservizi. I picchi di inadempienze sono altissimi nei mesi di settembre e ottobre in tutti i municipi. Ma soprattutto nel primo, dove accumula poco meno della metà delle penali ricevute. Non c’è dubbio – accusa la Angelilli – che la mancata raccolta dei rifiuti «abbia determinato e imposto automaticamente, agli utenti che l’hanno subita, la necessità di violare o il regolamento di igiene comunale che impone di riversare quotidianamente i rifiuti negli appositi contenitori o secondo le modalità di raccolta».

Le cifre dell’appalto

Al pasticcio va aggiunto che l’appalto aveva l’ambizione di fornire il servizio a circa 80mila utenze non domestiche. In realtà ne sono risultate esistenti poco meno di 60mila, dopo che però l’appalto di 158 milioni di euro (diviso per 16 lotti, con durata variabile tra i 18 e i 36 mesi) era già stato aggiudicato. Virginia Raggi ha annunciato in televisione che il Comune farà il suo dovere verso chi farà ricorso per il rimborso della Tari. Bene, anzi male, scrive 7Colli. Perché finora non è successo proprio nulla. Sarà l’assemblea capitolina a decidere il da farsi se voterà a favore della mozione del rimborso presentata da Fratelli d’Italia.

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