Il Grande Fratello ci intercetta a caro prezzo. Loro ci ascoltano, noi paghiamo

10 Dic 2019 6:00 - di Francesco Storace

Ma sono ben più costose le cifre sborsate per spiare gli italiani. Il Grande Fratello ascolta le telefonate e sempre noi paghiamo. Se l’imputato risulta colpevole deve scucire i quattrini lui, se non lo è tocca al popolo. Ogni dieci processi, sei si concludono con la condanna. Gli altri quattro con l’assoluzione o l’estinzione del resto. Ovviamente, in questi ultimi casi non ci sarà mai un magistrato chiamato a pagare di tasca sua perché è impossibile in questo paese far valere il principio per chi chi sbaglia paga. (Basti pensare che statisticamente ogni anno finiscono in carcere ben mille innocenti)…

Nel 2018 (anno elettorale) con la finanziaria del governo Gentiloni, furono destinati 230 milioni di euro alla spesa per le intercettazioni. Chissà perché tra Orlando e Bonafede alternati nel ruolo di Guardasigilli, la spesa effettiva si fermò alla soglia dei 205 milioni di euro, molto meno di quanto previsto e pure calcolando i pagamenti per gli arretrati corrisposti alle società di telefonia utilizzate per la caccia al colpevole.

Esteso il Trojan

Il 2019, con tanto di Trojan non più limitato a mafia e terrorismo ma ampliato per intercettare di tutto e di più, i soldi che spendiamo per ascoltare quello che si dicono gli italiani aumentano vistosamente.

Per il 2019, il Conte uno ha fatto stanziare dall’allora ministro Tria – ovviamente su richiesta di Bonafede – 218 milioni, ovvero tredici milioni in più di quanto speso l’anno prima. La relazione del Guardasigilli al Parlamento svelo però che nei primi quattro mesi di quest’anno ne sono stati spesi 63. Quindi meno del 2018. Ma già si prevede di “restare nel limite dello stanziamento previsto”. Il che potrebbe voler dire che sborseremo quasi 150 milioni entro il mese di dicembre. Quindi, più dell’anno scorso. 216 milioni è la spesa stanziata per il 2020.

Nel documento ministeriale non si spiega a che cosa si dovrebbe quest’impennata di intercettazioni. Si ripete la solita frase di tutti gli anni per cui “non si può prevedere la spesa con precisione”.

Ma magari sarebbe utile conoscere, per il recente passato, in quanti processi conclusi con assoluzioni per determinati reati si sono utilizzate un’enormità di intercettazioni che potevano essere risparmiate. Ad esempio: chi paga le telefonate per accusare gli imputati assolti dall’associazione mafia capitale? Intercettate una marea di persone per almeno tre anni: ci accontenteremmo di sapere, signor ministro, almeno quanto è costato il sapone per le orecchie. Paghiamo pure quello…

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