Legge elettorale, maggioranza allo sbando: 4 partiti, 5 posizioni. E ora chiedono aiuto alla Lega

21 Nov 2019 19:08 - di Sveva Ferri
legge elettorale

La maggioranza continua a trovarsi nei guai per i continui disaccordi – anche – sulla legge elettorale. E così all’indomani del nulla di fatto uscito dal vertice di ieri sera al Senato, c’è chi pensa di cavarsela ricorrendo all’aiuto del leghista Giancarlo Giorgetti, che qualche giorno fa aveva lanciato la proposta di un tavolo per le riforme istituzionali, legge elettorale compresa. “La richiesta di Giorgetti non deve essere lasciata cadere. E credo che si siano le condizioni per un sistema che garantisca la rappresentanza ed eviti la frammentazione”, ha detto Andrea Orlando, al termine di una giornata in cui la maggioranza ha dovuto incassare anche il via libera della Corte di Cassazione al referendum per l’abrogazione della quota proporzionale del Rosatellum.

Quattro partiti, cinque posizioni diverse

D’altra parte, l’accozzaglia giallo-rossa non sembra avere molte altre chance di arrivare a meta. Il vertice in Senato si è schiantato sui veti incrociati, che hanno bloccato il confronto. E che mettono sempre più in crisi la possibilità di arrivare alla presentazione di un testo base per il 20 dicembre, data ultima che si è data la maggioranza. Il Pd insiste sul doppio turno. M5S sul proporzionale con soglia alta. Leu è alla frammentazione dell’atomo, divisa tra chi direbbe sì al doppio turno (che implica una soglia di sbarramento bassa) e chi invece (in particolare, si dice Loredana De Petris), resta sulla posizione storica della sinistra, ovvero un proporzionale con soglia contenuta. Poi c’è Italia Viva, che continua a tenere le carte coperte senza sbilanciarsi né per l’una né per l’altra opzione in campo.

Il Pd punta a sbarrare la strada a Italia Viva

Per quanto riguarda i dem, a quanto hanno spiegato fonti parlamentari all’Adnkronos, il doppio turno – posizione di “bandiera” e “la più logica e funzionale delle soluzioni possibili”- potrebbe essere accantonato ad una condizione: ok il proporzionale, ma con “certezza assoluta” di una soglia alta. Insomma, niente che sia sotto il 5%. “L’alternativa in campo (proporzionale con soglia alta) il Pd può prenderla in esame solo con certezze assolute su forte selettività dello sbarramento, esplicito o implicito che sia”, hanno chiarito le stesse fonti. Un modo per “spaventare” i piccoli – Leu e Italia Viva – e portarli sul doppio turno?

Sulla legge elettorale incombe anche il referendum

Poi c’è il tema che è diventato del giorno: il Rosatellum . “Visto che siamo un po’ all’impasse, qualcuno fa girare che potrebbe restare Rosatellum”, si dice sempre in ambienti parlamentari dem. Un’ipotesi che non solo è messa ora in discussione dal primo via libera dal referendum, ma che sarebbe comunque da scongiurare per il Pd. Gli effetti del combinato disposto Rosatellum-taglio dei parlamentari, infatti, sono noti. E proprio per evitare quegli effetti distorsivi il pacchetto di contrappesi, concordato in sede di programma di governo, prevede riforme costituzionali e anche una nuova legge elettorale. “La cosa sicura – insistono i dem – è che il Rosatellum, fonte di assurdità dopo la riduzione dei parlamentari, andrà in soffitta”.

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