I rom a Napoli fanno prostituire i loro bambini. E chiedono 30 euro per le prestazioni sessuali
A Napoli, nel quartiere Poggioreale, dilaga la prostituzione dei bambini. La denuncia choc è stata pubblicata dal Giornale che ha realizzato un’inchiesta choc sul quartiere. Il titolo del reportage è “I rom fanno prostituire i loro figli: 30 euro e fai sesso coi bimbi”. Lì i residenti non ne possono più e lanciano l’allarme: «A Gianturco si prostituiscono anche i bambini». Tra via Gianturco e via Taddeo Sessa a prostituirsi sono principalmente donne originarie di Paesi dell’Est Europa. Ma a questa realtà se ne aggiunge un’altra ancora più devastante: quella della prostituzione minorile. E molti residenti sono convinti che si tratta di bimbi rom. In via Gianturco, centinaia di rom vivono da quasi tre anni in un’area comunale in stato di abbandono. Occupano abusivamente l’ex mercato ortofrutticolo. E sono numerosi i disagi che lamentano gli abitanti della zona, che da tempo protestano contro l’accampamento. Ma qui non si muove nulla.
Napoli, la testimonianza su rom e prostituzione
Nel quartiere, si legge sul Giornale, c’è chi riferisce di ragazzine impegnate a consumare rapporti sessuali all’aperto. Una signora dichiara di aver assistito a una trattativa tra tre bambini e un presunto pedofilo. «Erano tre ragazzini che avevano 10,11 anni. Loro volevano 30 euro e lui, il ragazzo, chiedeva 10», racconta Cristina. Ha assistito alla contrattazione dalla finestra di casa sua, circa un anno fa. «Alla fine mi sono messa urlare per farlo allontanare. Non ho mai denunciato perché lo feci scappare e non riuscì a prendere il numero di targa», spiega. Quell’episodio non sarebbe isolato. I residenti raccontano che non è raro vedere scene di sesso all’aperto tra ragazzine e anziani. Qualche residente, si legge ancora sul Giornale, è convinto che a prostituirsi siano alcuni dei bambini che vivono nel vicino campo rom. Una situazione davvero drammatica. «E chi può essere? – dice Cristina – Solo loro. Perché, qui, i bambini nel rione di sera non escono, c’è il coprifuoco».