Trattativa Stato-mafia, Berlusconi sarà sentito come testimone assistito

3 Ott 2019 17:30 - di Redazione

Silvio Berlusconi verrà sentito al processo d’appello sulla trattativa tra Stato e mafia il prossimo 11 novembre alle 10,30 come indagato di reato connesso. Lo ha deciso la Corte d’assise d’appello di Palermo dopo una breve camera di consiglio. Berlusconi si dovrà presentare accompagnato dal suo legale. A chiedere la sua deposizione è stata la difesa di Marcello Dell’Utri, condannato in primo grado a 12 anni di carcere. Nei giorni scorsi i legali dell’ex-premier, Nicolò Ghedini e Franco Coppi, hanno inviato ai giudici palermitani una certificazione che attestava che Berlusconi è indagato a Firenze per le stragi del 1993.

Berlusconi sarà a Palermo l’11 novembre

La condizione di indagato in altro procedimento connesso consente a Berlusconi di avvalersi della facoltà di non rispondere. In realtà, in punta di diritto, il Cavaliere potrebbe anche accettare di rispondere alle domande. Ma tale circostanza non gli preclude la possibilità di avvalersi di tale facoltà. Come ha infatti spiegato il procuratore Giuseppe Fici, Berlusconi deve essere sentito «secondo le formalità e con la possibilità di astenersi». Ciò non toglie, ha poi precisato lo stesso magistrato, che «una volta che non si astiene deve rispondere a tutte le domande». Dal canto suo, la difesa di Dell’Utri insiste nel dire che Berlusconi va sentito come testimone su una «specifica circostanza». In pratica dovrebbe riferire quel che sa «su eventuali minacce ricevute durante il governo da lui presieduto fino al dicembre 1994».

La sua presenza richiesta dai legali di Dell’Utri

La testimonianza di Berlusconi al processo sulla cosiddetta trattativa ha già innescato una serie di polemiche. Una, in particolare, ha ricevuto grande attenzione dai media: quella sollevata da Miranda Ratti, la moglie di Dell’Utri. «È meglio che non parlo», era stato il suo laconico commento alla notizia dell’annunciato forfait dell’amico di sempre tra i banchi dei testimoni. All’udienza celebrata oggi, il fondatore di Forza Italia non ha partecipato in quanto impegnato al parlamento di  Strasburgo quale eurodeputato.

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