Orrore in Bangladesh. Arsa viva per aver denunciato il preside, sedici condanne a morte

24 Ott 2019 17:47 - di Redazione

Orrore in Bangladesh. Sedici condanne a morte. Tra i  condannati anche il responsabile di una scuola islamica. Le 16 persone sono state condannate alla pena capitale er aver bruciato viva e ucciso una ragazza, “colpevole” di aver accusato di molestie sessuali il preside. Nusrat Jahan, di appena 19 anni, era morta in un ospedale di Dacca il 10 aprile scorso. Quattro giorni dopo essere stata aggredita nella scuola di Feni, 160 chilometri dalla capitale.

Orrore in Bangladesh, arsa viva una ragazza

La giovane, un paio di settimane prima, aveva denunciato il preside. Aveva raccontato che l’uomo, dopo averla convocata nel suo ufficio, l’aveva molestata ripetutamente. Il preside,  Siraj Ud Dawla, era stato immediatamente arrestato. Ma, dinanzi al rifiuto della 19enne di ritirare le accuse, era scattato il piano per farla fuori, come riporta la Bbc online. Il 6 aprile scorso, giorno degli esami finali, mentre era in un terrazzo un gruppo di persone con indosso un burqa le aveva dato fuoco. E aveva tentato di far apparire la morte della ragazza come un suicidio.

Il piano militare per ucciderla

L’omicidio, organizzato come “un piano militare”,  secondo quanto riferito dalla polizia, aveva scioccato il Bangladesh e scatenato un’ondata di proteste.  Nusrat Jahan Rafi era di Feni, una piccola città a 160 chilometri a sud di Dhaka e studiava in una madrasa, la scuola coranica. Dopo l’arresto del preside a Feni molta gente era scesa in piazza per chiedere il suo rilascio. La ragazza è stata uccisa nella stessa scuola, dove era andata per sostenere gli esami finali. Un’amica l’aveva messa in guardia dal clima ostile contro di lei nell’istituto conducendola sul tetto con l’intenzione di portarla al sicuro. Ma lì – poco dopo – alcune persone nascoste sotto un burqa  le avevano chiesto di ritrattare le accuse. E, quando lei si era rifiutata, le avevano dato fuoco.


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