Curcio presenta il suo nuovo libro, espolode la rabbia. Mazzola: «Rottame morale»
Putiferio sull’ex brigatista rosso Renato Curcio, chiamato a pontificare e a presentare il suo libro. Con un pubblico plaudente. «Veramente vergognoso. L’Italia è un Paese “sostenibile” certo, riesce a riciclare perfino i rottami morali della storia. Provo una grande tristezza. A questi signori è permesso ancora di pontificare». Lo ha affermato all’Adnkronos Piero Mazzola, figlio di Giuseppe Mazzola, il carabiniere in congedo ucciso dalle Br il 17 giugno 1974 insieme a Graziano Giralucci nella sede del Msi a Padova.
L’assassinio fu rivendicato dalle Brigate Rosse. Piero Mazzola commenta così l’intervento programmato di Curcio a ”Lo Spazio Nuovo” a Modena. E non è la prima volta che accade. L’ex brigatista rosso non partecipò all’assalto in cui morì Mazzola ma scrisse il proclama di rivendicazione di quell’azione.
«Purtroppo succede molto spesso che questi personaggi parlino in pubblico», aggiunge il figlio della prima vittima delle Br. «Sicuramente questo signore avrà qualcosa da dire, forse sul lavoro. Ci dovrebbe spiegare cosa intende per lavoro se per lui lavoro era uccidere la gente. Definì la morte di mio padre “un incidente sul lavoro”».
«Allora sparare e uccidere le persone era un lavoro? Questo è un Paese che ho amato e che amo profondamente », conclude Mazzola. «Ma tutto ciò mi provoca grande tristezza. Non esistono ex brigatisti o ex assassini o ex mostri … perché ci sono ex morti? Lo stato delle cose non cambia. Ribadisco è vergognoso».
Reagiscono anche gli uomini in divisa. «Come Funzionari di Polizia siamo convinti che sia giusto, espiata la pena, che ciascuno possa correttamente re-inserirsi nella vita lavorativa. Ciò premesso da qui ad offrire spazi pubblici a chi ha dichiarato guerra allo Stato, a chi ha ucciso e fatto uccidere uomini che lo rappresentavano, a chi ha prodotto nel suo passato orfani, vedove e vuoti incolmabili, crediamo che ce ne passi». Sono le parole del portavoce dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia, Girolamo Lacquaniti.