Bianconi farfuglia sull’Umbria e fa lo smemorato sullo scandalo Sanità Pd e sui fondi del terremoto

18 Ott 2019 11:39 - di Il Cavaliere Nero

Spiegate a Vincenzo Bianconi, candidato martire della strana alleanza Pd Cinquestelle in Umbria, che cosa è successo nella sua regione.

Il Corriere della Sera di oggi tenta di dargli una mano con una intervista, ma proprio non è il suo mestiere, come si evince anche dalla sintesi dell’agenzia giornalistica Agi. 

Dino Martirano, giornalista del quotidiano di via Solferino, gli fa una domanda tutto sommato semplice: “Perché una regione dove hanno sempre governato la sinistra e il centro ora chiede una svolta a destra”? 

Bianconi lo smemorato

Possiamo dire che la risposta del candidato è penosa? “L’Umbria paga una flessione in termini di Pil superiore ad altre regioni. Ma dire che tutto questo sia colpa di una giunta regionale mi sembra ingiusto. Definire l’Umbria ‘bombardata’ è offensivo nei confronti degli umbri e della classe politica che ha governato negli ultimi 50 anni. Diciamo piuttosto che c’è una comunità intera che non ha saputo fare scelte coraggiose”. Meraviglioso Bianconi. E pure smemorato.

Ditegli che la regione è crollata per uno scandalo

Fategli sapere che la regione non è stata sciolta per il Pil ma per uno scandalo che ha messo a nudo, nella sanità, la voracità di un sistema che faceva perno sul Pd che lo ha candidato insieme ai grillini.

E ditegli inoltre, che c’è ancora in piedi un problemino chiamato ricostruzione post terremoto, su cui il Corriere evita di fargli una domanda – probabilmente per pietà – né lui si azzarda a parlarne. Ma bastava sapere perché ha taciuto al momento della candidatura su quella pioggia di milioni intascati con i fondi arrivati a Norcia. Se non li avesse scovati l’altro Corriere, quello dell’Umbria, nessuno ne avrebbe saputo nulla. Si chiama conflitto di interesse, di cui Bianconi non dice una sola parola. Ma tanto è un argomento che il 27 ottobre finirà nel dimenticatoio, perché anche lui guarda i sondaggi e sa già di andare incontro ad una brutta sberla elettorale.

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