Stupro di Viterbo, concessi gli arresti domiciliari a Chiricozzi e Licci

13 Set 2019 13:37 - di Redazione

Era il 29 aprile scorso quando il caso del presunto stupro avvenuto a Viterbo esplode in tutto il suo potenziale di orrore con l’arresto di due ragazzi, accusati di violenza di gruppo e lesioni aggravate. Oggi quella drammatica pagina di cronaca si riapre e aggiorna la vicenda giudiziaria a quanto apprende l’Adnkronos, secondo cui sono stati concessi gli arresti domiciliari a Francesco Chiricozzi e a Riccardo Licci, i due ex militanti immediatamente espulsi da CasaPound  subito dopo l’arresto per il presunto stupro al pub Old Manners di Viterbo.

Ai domiciliari i due giovani arrestati per il presunto stupro di Viterbo

I due giovani erano rinchiusi nel carcere Mammagialla della cittadina laziale da oltre 4 mesi: era infatti il 29 aprile quando il caso esplose con l’arresto dei due ragazzi accusati della violenza di gruppo ai danni di una 36enne italiana. Nei giorni scorsi, dopo che era stata depositata la perizia sui cellulari passati al setaccio per ricostruire le chat in cui le immagini della presunta violenza sarebbero state condivise, la procura aveva chiesto per i due il giudizio immediato. La richiesta per ottenere i domiciliari era già stata presentata dai difensori dei due indagati i primi di maggio e, poi, una seconda volta, a luglio, ma in entrambi i casi era stata respinta. Oggi invece i domiciliari sono stati concessi.

La vicenda, le indagini, gli interrogatori: in caso riassunto in breve

È il 29 aprile scorso quando il caso esplode con l’arresto dei due ragazzi, accusati di violenza di gruppo e lesioni aggravate. Secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile di Viterbo, Licci e Chiricozzi, che era anche consigliere comunale di Vallerano, incontrano la donna in un bar, poi le propongono di spostarsi nel circolo privato Old Manners, di cui hanno le chiavi, dove si consumerebbe la violenza, filmata con i cellulari. Gli investigatori parlano di immagini «raccapriccianti» e nell’ordinanza di misure cautelari del gip di Viterbo Rita Cialoni si fa riferimento a reiterati abusi sessuali e insulti beffardi alla vittima, che appare «inerme e apparentemente priva di sensi, completamente nuda e sdraiata sul pavimento». Le immagini, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero state condivise in chat tramite WhatsApp. Nel corso degli interrogatori di garanzia dopo gli arresti, poi, assistiti dai loro legali, i due indagati sostengono di aver interpretato il rapporto come consenziente. La richiesta per ottenere gli arresti domiciliari viene respinta una prima volta i primi di maggio. Una nuova istanza, nonostante il parere favorevole della procura, viene rigettata nelle scorse settimane. Oggi, infine, la concessione dei domiciliari.

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