Il killer di Lione è un afghano che stava in Italia: “Ha ucciso per Allah, ma non è un terrorista”
Perché lo hai fatto? “Perché non leggono il Corano”. Così il 33enne afghano, arrestato sabato pomeriggio dopo aver ucciso a coltellate un 19enne e aver ferito altre 8 persone, di cui tre gravemente, a una fermata dell’autobus a Villurbanne, vicino Lione. Già silenziata sui media e sui principali telegiornali la tentata strage di sabato pomeriggio in Francia, è stata gestita mediaticamente in modo molto soft.
La versione del procuratore di Lione, Nicolas Jacquet nel corso di una conferenza stampa, ha teso a negare ogni movente religioso. L’aggressore, sottolinea, «era sprovvisto di documenti di identità nel momento del suo arresto. Dai documenti poi rinvenuti emergono tre date di nascita per il killer, di nazionalità afgana, che quindi avrebbe 27, 31 o 33 anni.
Sette anni fa l’afghano era in Italia
È entrato in Francia una prima volta nel 2009 da minorenne. Poi è stato localizzato in Italia nel 2014, in Germania nel 2015 e infine in Norvegia nel 2016. È tornato in Francia nuovamente a giugno del 2016. È titolare di un permesso di soggiorno temporaneo con una domanda di rinnovo valida fino al 31 gennaio 2021.
“L’assassino di Lione è solo un musulmano squilibrato”
Dai primi elementi dell’indagine non si riscontrano elementi da lasciare pensare ad una sua radicalizzazione. L’assassino, rileva il Procuratore, “è un musulmano. Non aveva antecedenti giudiziari e non era conosciuto dai servizi su una sua eventuale radicalizzazione”. L’autore della tentata strage, sottolinea ancora Jacquet, nel corso dei primi interrogatori «ha riconosciuto parzialmente i fatti» ma ha rilasciato dichiarazioni «incoerenti e confuse». In particolare «dice di aver sentito delle voci insultare Allah e che gli davano l’ordine di uccidere. Ha indicato anche di aver creduto riconoscere la sua prima vittima: un uomo con il quale avrebbe avuto un contenzioso». Il profugo afgano «ha riconosciuto di avere consumato una quantità notevole di cannabis» prima di passare all’azione, sottolinea ancora il Procuratore. La Procura antiterroristica francese non si occupa al momento della vicenda «visto e considerata la personalità» dell’aggressore. «Sarà la Procura di Lione a seguire la vicenda», aggiunge Jacquet.
Certo, tutti quelli che scannano in Germania e in Francia sono buontemponi, ti pareva!