Furbetti rdc, cuneo fiscale e Iva: cosa non torna nei conti del Conte-bis
Segnatevi la data e la sigla: lunedì 30 settembre, Nadef. È il giorno in cui approderà sul tavolo del Consiglio dei ministri, la mirabolante svolta economica del Conte-bis. La Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2019 ha già un titolo acchiappa-like: “Patto con gli italiani onesti”. Il governo rosso-giallo annuncia l’intenzione di recuperare quanto più possibile dall’evasione fiscale e ridurre così le tasse.
«Sfrutteremo le pieghe normative per una politica di crescita», ha annunciato il premier Conte da New York, tra un hamburger e una patatina. «Siamo per una politica espansiva in materia economico-sociale, oggi c’è una diversa sensibilità in Europa», c’è la consapevolezza di tutti nell’Unione europea che «la politica di austerity non è adatta a reggere questa congiuntura, siamo di fronte a una fase di contrazione».
Quello che Conte non vi dice sulla manovra
I due cavalli di battaglia della narrazione governativa sono appunto la lotta all’evasione e il cuneo fiscale. Entrambi gli annunci mostrano lacune inquietanti.
Partiamo dall’evasione fiscale. Sarebbero allo studio diverse misure per incentivare l’uso della moneta elettronica per combattere l’evasione e recuperare risorse per ridurre le tasse. In pratica il governo starebbe lavorando ad alcuni incentivi per chi usa le carte di credito, per disincentivare l’uso dei contanti e sull’attuazione della lotteria degli scontrini, meccanismo già previsto nella scorsa manovra. Le misure anti-evasione potrebbero essere anticipate nel decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020.
La mirabolante narrazione del Conte-bis
Eppure, la prima norma che costringe all’evasione è stata proprio firmata da Giuseppe Conte. Ed è il “reddito di cittadinanza”. Uno strumento che “costringe” molti cittadini a lavorare in nero per non perdere i benefici. Emblematico quanto accaduto nelle località balneari e turistiche, dove si è registrato un crollo dei lavoratori stagionali. Reddito cittadinanza ed evasione vanno quindi a braccetto.
Altro dato scabroso riguarda il tanto decantato cuneo fiscale. Al momento si ipotizzano 5 miliardi di euro che dovrebbero finanziare un bonus da 1500 euro l’anno per chi guadagna fino a 35mila euro lordi l’anno (circa 1700 euro al mese). A luglio, i fortunati dovrebbero ricevere una specie di quattordicesima. Ma qui ci sono un paio di domande. Perché chi guadagna 1701 euro al mese non dovrebbe avere diritto al cuneo fiscale? Inoltre, con questo superbonus, ci sarebbe una clamorosa sperequazione. Qualora, invece, il cuneo fiscale dovesse essere spalmato in modo graduale anche sopra questa soglia, si rischia l’effetto bonus da 80 euro di Renzi. Un’elargizione demagogica ed elettorale, poi il Pd di Renzi prese quasi il 40% alle elezioni europee, che non ha risolto nulla.
Tutti i bluff del Conte-bis
Un capitolo a parte meritano i rincari selettivi: il governo andava fatto a tutti i costi, ci hanno spiegato, perché altrimenti sarebbe aumentata l’Iva automaticamente. Ora si viene a sapere che l’Iva aumenterà lo stesso. Ma solo su alcuni prodotti. Alcuni beni e servizi dovrebbero essere tassati, passando dal 4 al 10 per ceto o dal 10 al 22 per cento. Sarebbe una vera e propria presa in giro nei confronti degli italiani. L’ennesima, firmata M5s e Pd.
Lunedì la nota di aggiornamento sarà a Palazzo Chigi
Queste, intanto, le scadenze del Nadef del Conte-bis. Lunedì 30 settembre, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri lunedì, poi sarà discussa dall’Aula del Senato nella settimana dall’8 al 10 ottobre per approdare a Montecitorio il 10 ottobre. La manovra sarà presentata entro il 20 ottobre e il Dpb dovrà essere inviato entro il 15 ottobre all’Ue.