Micciché si cosparge il capo di cenere: non vuole più “ammazzare” Salvini e chi vota Lega

13 Ago 2019 10:49 - di Franco Bianchini

Salvini è un diavolo. No, Salvini è un mezzo santo. Una retromarcia in piena regola, quella di Gianfranco Micciché. Ora si dice pronto a stringere la mano a Matteo Salvini. Dopo la valanga di insulti, il tentativo di fare pace, magari cospargendosi il capo di cenere.

Era lui, fino a pochi giorni fa, che diceva: «I leghisti sono dei buzzurri che ci odiano e pensare che i siciliani non capiscano che ci prendono per il culo e gli danno i voti mi fa davvero impazzire». Era sempre lui che affermava: «La Lega è gente cattiva, che ci odia. Ammazzerei uno ad uno quelli che li hanno votati». Ora la situazione è cambiata con la crisi di governo. Può accadere di tutto. Meglio quindi bere un po’ di camomilla e cambiare strategia. «L’atteggiamento strafottente di Salvini nei confronti del Sud non mi piace. Inutile nasconderlo«, dice per spiegare il dietrofront. «Allo stesso modo non mi piace il fatto che offenda Richard Gere sui tema dei migranti e il suo comportamento nei confronti di chi è a mare, sta male e non viene soccorso. Ma lui si chiama Salvini e io Micciché. Siamo molto diversi, anche antropologicamente, ma per quanto mi riguarda la politica è un’altra cosa: è una coalizione che fa le cose che servono al Paese».

Micciché fa il “romantico pentito”

Il tentativo è di sgomberare il campo da ogni equivoco. Per lui l’alleanza tra gli azzurri e il Carroccio è la strada naturale. E gli insulti dei mesi scorsi? «Diversità di vedute». «Se Salvini andasse a governare da solo – dice Micciché all’Adnkronos – questi atteggiamenti avrebbero una forza 100, ben diverso invece se nell’alleanza di governo ci fosse anche Forza Italia. Ecco perché preferisco governare insieme a lui e fagli fare le cose come è giusto che si facciano». Né si tratterebbe di una coalizione insolita. «Il centrodestra in Italia dal 94 a oggi – dice – è stato Forza Italia, Lega, Alleanza nazionale prima e oggi Fratelli d’Italia».

Ai tempi di Tremonti e Bossi, ricorda l’esponente azzurro, «facevo la voce grossa» e i risultati sono arrivati. «Se in Sicilia abbiamo l’autostrada Palermo- Catania o l’acqua nelle case dei palermitani tutti giorni, cose che oggi la gente dà per scontate – puntualizza Micciché -, è grazie alla mia opposizione alle idee di Bossi e Tremonti che, comunque, quando spiegavo loro che il Nord non aveva dove andare senza la crescita del Sud. Loro capivano e mi aiutavano a portare avanti il Mezzogiorno. La mia battaglia per il Sud sarà sempre la stessa – conclude -, questa volta ci aggiungo anche il tema umanitario dell’accoglienza e dell’integrazione».

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