Di Maio insiste: sul Conte bis Zingaretti dia una risposta chiara. E la trattativa torna tutta in salita

24 Ago 2019 17:58 - di Redazione

Ultimatum del Movimento 5 Stelle al Partito democratico. Nelle prossime ore, al massimo entro domattina, il segretario dem Nicola Zingaretti deve dare una risposta definitiva sull’ipotesi di un ritorno a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte, che il M5S afferma di ritenere condizione imprescindibile. Questo ha fatto tornare in salita la trattativa tra pentastellati e dem.

La questione Conte bis è dunque prioritaria per i grillini, che sul tavolo della trattativa hanno imposto anche il tema dell’immediata calendarizzazione del taglio dei parlamentari, primo dei dieci punti elencati dal vicepremier al Quirinale dopo il primo giro di consultazioni. Ma sullo sfondo, ricordano fonti M5S, resta la carta da giocare del riavvicinamento alla Lega. In una parte del gruppo parlamentare stellato si fa il seguente ragionamento: “Zingaretti vuole usarci per andare al voto, ma deve ricordare che c’è sempre la Lega, la quale ci cerca disperatamente, al punto da offrire Palazzo Chigi al Movimento…”. Di riaprire la parentesi Carroccio, però, gli eletti più vicini al presidente della Camera Roberto Fico non hanno alcuna voglia. Anche per questo le uscite anti-dem di alcuni big stellati (vedi Gianluigi Paragone e Max Bugani) vengono immediatamente ‘zittite’ dagli ortodossi: “I vari Bugani, Paragone potrebbero fare silenzio e rispettare il lavoro che sta facendo Di Maio in questa fase così delicata. Il mandato dell’assemblea è chiaro, rassegnatevi”, twitta Giuseppe Brescia, incassando il placet, tra gli altri, di Luigi Gallo, Roberta Lombardi e Paolo Lattanzio.

E nel corpaccione parlamentare più di ‘sinistra’ non si escludono possibili addii nel caso in cui il M5S dovesse optare per un ritorno tra le braccia di Matteo Salvini chiudendo definitivamente ai dem. “E’ prematuro dirlo ma probabile”, ammette off record una deputata. Nel frammentato mosaico pentastellato non manca nemmeno chi guarda alle urne come epilogo più plausibile: “Se il Pd rifiuta davvero Conte per noi è finita e si vota”, la posizione di Stefano Buffagni.

Negli ultimi giorni sarebbe intanto montato il pressing nei confronti di Davide Casaleggio, al quale alcuni degli eletti più favorevoli all’accordo col Pd avrebbero chiesto di ‘scendere in campo’ per interloquire direttamente con Zingaretti e ragionare su nomi ‘di livello’. Alla richiesta, raccontano, non ci sarebbe stato seguito, perché superata dagli eventi (ovvero l’incontro tra i capigruppo M5S-Pd e quello tra Di Maio e Zingaretti). E sull’ipotesi – caldeggiata da Paragone – di mettere ai voti sulla piattaforma Rousseau l’intesa col Partito democratico come accaduto l’anno scorso con la Lega, le stesse fonti spiegano che Casaleggio non si metterebbe certo di traverso: ma a indire la votazione, è il ragionamento, “deve essere il capo politico”.

 

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