Rifiuti, altolà dei sindaci del Lazio: non dobbiamo pagare noi le inefficienze di Raggi e Zingaretti

7 Lug 2019 13:10 - di Redazione

Dopo Viterbo e Civitavecchia, adesso arriva anche l’altolà di Aprilia: ”Siamo stufi di dover ripetere ogni tre mesi la stessa cosa. Che cioè non è possibile scaricare sui Comuni del Lazio le inefficienze della Capitale, rendendo di fatto il territorio regionale la pattumiera di Roma”. Il sindaco di Aprilia Antonio Terra si unisce alle voci critiche in merito all’ordinanza pubblicata dal presidente Nicola Zingaretti nelle scorse ore. ”Aprilia – sottolinea il sindaco – è uno dei Comuni più virtuosi della Regione e già oggi accoglie i rifiuti di Roma, dopo i roghi che hanno compromesso gli impianti di smaltimento della Capitale. Il provvedimento regionale non incide sui due veri problemi della questione: l’assenza di impianti sufficienti a gestire l’enorme mole di rifiuti romani e l’incapacità della Capitale di portare la raccolta differenziata sopra il 65% imposto dalla legge. È una situazione profondamente ingiusta e non più sostenibile. Che, tra l’altro, non ci assicura sul fatto che la medesima situazione che stiamo vivendo in questi giorni non si ripeta nel futuro”.

Intanto continua il botta e risposta tra Raggi e Zingaretti sul dramma dei rifiuti nella Capitale: ”L’ordinanza politica del segretario Pd e presidente della Regione Lazio Zingaretti si è rivelata inapplicabile. I rifiuti a Roma sono ancora a terra. Il bluff è svelato”. Così in un tweet il sindaco di Roma, Virginia Raggi, sull’ordinanza del governatore che ha lanciato un ultimatum ad Ama ma al contempo ha ordinato agli impianti del Lazio di lavorare alla massima capacità, anche nei giorni festivi. La sindaca poi rincara la dose in un video su Facebook. “Siamo in un impianto di trattamento dei rifiuti fuori Roma che in base all’ordinanza di Zingaretti dovrebbe accettare i camion dell’Ama di Roma, come vedete i cancelli sono chiusi l’impianto è fermo. Questa è la prova che l’ordinanza non funziona, Zingaretti ha preso in giro tutti i romani” è l’attacco al governatore del Lazio. Le immagini mostrano l’esterno di un impianto, un camion e un operatore dell’Ama. “Noi – dice il sindaco – dovevamo venire qui a scaricare i nostri rifiuti. I camion lavorano, gli operai Ama raccolgono ma continuano a non sapere dove buttare i rifiuti. Questa è la verità. Questo è quello che accade al di là dei proclami. Questa è la prova che ancora oggi i nostri operatori raccolgono, fanno i viaggi, arrivano fuori Roma e i cancelli sono chiusi”. “Ama è pronta a dare totale attuazione a quanto disposto dall’ordinanza regionale sui rifiuti per Roma – dichiara la presidente di Ama Luisa Melara – dunque in pochi giorni potremmo superare le criticità che permangono, ma nessuno degli operatori che devono accogliere i rifiuti di Roma ha, al momento, risposto in esecuzione a quanto in teoria ordinato dal dispositivo regionale, tranne un unico operatore, Rida, dal quale era tra l’altro atteso il maggiore contributo per capienza accertata contrattualmente, che ha, per converso, espresso diniego contravvenendo all’ordinanza”. ”Se il quadro non muterà drasticamente, è mio dovere denunciare che tutti gli sforzi – in termini di risorse, uomini e mezzi – che ci apprestiamo a mettere in campo saranno inutili perché Ama non ha gli sbocchi sufficienti per allocare i rifiuti in impianti di trattamento. E’ doveroso evidenziare – anche per informare correttamente i cittadini – che Ama ha pianificato la totale copertura di tutti i flussi dell’indifferenziato prodotto dalla Capitale con contratti stipulati con gli operatori del Lazio. Alcuni di essi, ad oggi, sono inadempienti. Da qui la necessità di un provvedimento straordinario (l’ordinanza regionale) che ha carattere di cogenza. Del problema ho messo al corrente nottetempo anche la Prefettura”.

La cabina di regia Ama per la gestione e il superamento della fase di crisi ha lavorato fino ad oltre mezzanotte, ieri, e tornerà a fare il punto anche oggi. Dopo l’accordo che ha prodotto l’apertura con turni potenziati nei festivi dell’impianto di trattamento meccanico biologico di Rocca Cencia, con i sindacati è stato raggiunto un secondo accordo per garantire il dispiegamento massimo, in questa fase, di tutto il personale operativo disponibile (presso le oltre 50 sedi di zona nei municipi, le autorimesse, le officine e unità speciali) e un incremento di almeno un terzo degli addetti al lavoro la domenica.

Ripulire Roma in 7 giorni? ”Noi ce la facciamo ma le quantità di immondizia che possiamo portare negli impianti del Lazio devono essere certe non solo dichiarate, altrimenti non possiamo dare garanzie – dice all’Adnkronos l’ex amministratore unico di Ama Massimo Bagatti, attualmente direttore operativo della municipalizzata dei rifiuti – Siamo preoccupati, se non abbiamo sbocchi dove portare i rifiuti è un problema serio per Roma”. ”Da quando è arrivato il nuovo cda, sono tornato a fare quello che facevo prima: il direttore operativo. Sono stato in prestito per tre mesi e mezzo, ho dato una mano”. Bagatti ricostruisce come si è arrivati a questa ”bomba nelle strade di Roma”. ”Fino alla fine di maggio abbiamo tenuto bene, poi alcuni eventi hanno determinato questa situazione. Con lo stop di Colari (i due Tmb a Malagrotta, al momento in manutenzione straordinaria, hanno ridotto la quantità di rifiuti trattati, ndr). Dal 3 giugno non abbiamo potuto svuotare circa 40mila cassonetti. Nove giorni di mancanza di raccolta, che si è andata a sommare ad alcune giornate festive e ai due giorni di fermo di Rocca Cencia. Tutti questi fattori hanno determinato questa bomba nelle strade della capitale”.

Continuano a Roma i roghi dei cassonetti

Ora è arrivata l’ordinanza del governatore Zingaretti. ”Le macchine la capacità di trattamento ce l’hanno ma alcuni proprietari dicono che non sanno dove portare i rifiuti una volta trattati. Una delle ipotesi è che i proprietari non vogliono spendere quel qualcosa in più, per portarli all’estero o fuori Regione, perché la tariffa è fissa. Ma non è accettabile perché così si limita la capacità di raccolta. Insomma per garantire la pulizia occorre che le destinazioni siano certe e non legate al proprietario dell’impianto”. Bagatti parla poi del sito di trasferenza a Ponte Malnome. ”La possibilità di una proroga è già scritta nell’ordinanza della Regione Lazio. Stiamo parlando di qualche settimana – spiega – Sul trasbordo a Saxa Rubra siamo in fase di allestimento, partirà nell’arco di qualche settimana. Roma nord ha bisogno di aree di questo tipo. Siamo al lavoro con i Municipi per individuare delle aree di trasbordo, con dei nastri o da camion a camion ma senza toccare terra, e tra qualche giorno arriveremo ad una decisione. Ma se non si hanno destinazioni certe dove portare i rifiuti, i trasbordi o le trasferenze servono a poco”. Intanto si registrano ancora roghi di cassonetti nella Capitale. Due cassonetti sono andati in fiamme nella notte in via di Donna Olimpia e sono rimasti danneggiati. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Gianicolense e i vigili del fuoco. Indagini sono in corso.

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