Caos nella magistratura, Cantone lascia l’Anticorruzione: «Non posso assistere senza far niente»
Raffaele Cantone torna “a fare il magistrato”, dopo l’esperienza “entusiasmante ma ormai conclusa” all’Anac, un “patrimonio del Paese” spesso meno riconosciuto di quanto meriterebbe. Lo sottolinea lo stesso Cantone in una lettera pubblicata sul sito dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. «Sono entrato in magistratura nel 1991 quando avevo ventotto anni, tanti quanti ne sono passati da allora a oggi. In pratica ho trascorso metà della vita indossando la toga, divenuta nel tempo una seconda pelle. Ho sempre considerato la magistratura la mia casa, che mi ha consentito di vivere esperienze straordinarie dal punto di vista umano e professionale, a cominciare dal periodo alla Direzione distrettuale antimafia di Napoli», scrive Cantone.
«La mia è una decisione meditata e sofferta. Sono grato dell’eccezionale occasione che mi è stata concessa ma credo sia giusto rientrare in ruolo in un momento così difficile per la vita della magistratura. Assistere a quanto sta accadendo senza poter partecipare concretamente al dibattito interno -rileva Cantone- mi appare una insopportabile limitazione, simile a quella di un giocatore costretto ad assistere dagli spalti a un incontro decisivo: la mia indole mi impedisce di restare uno spettatore passivo, ancorché partecipe».