«Terroristi e criminali arrivano tra i migranti»: al-Serraj mette in guardia l’Italia

13 Giu 2019 12:44 - di Redazione

«L’immigrazione illegale è un incubo per l’Italia e per l’Europa in generale. Anche noi siamo molto preoccupati per ragioni umanitarie, economiche e di sicurezza», per la presenza di «terroristi e fuorilegge» tra i migranti. Lo ha affermati a Sky Tg24, in un’intervista esclusiva che sarà trasmessa alle 19.30 a Sky Tg24 Mondo, il premier libico Fayez al-Serraj.

«Il problema non siamo noi»

Un vero e poprio allarme. Descrive una situazione molto preoccupante, di cui dice di aver allertato l’Italia: «Abbiamo parlato con il vostro governo- dice al- Serraj. «In Libia ci sono oltre 800mila migranti, nei nostri centri solo 15mila, proviamo ad aiutarli, ma serve una visione del problema più ampia. Non si può venire qui, girare le immagini di un centro di detenzione e dire che il problema siamo noi . ha affermato». «Qui ci sono tantissime persone in fuga, in Europa in molti paesi le porte sono chiuse, e questi stessi paesi criticano la Libia che ospita 800mila migranti! Dobbiamo trovare un punto di incontro», è l’appello del premier libico, che lancia un allarme: «Ricordiamoci anche il problema della sicurezza, tra i migranti possono nascondersi terroristi e fuorilegge, ne abbiamo avuto conferma dalla nostra intelligence. E se faranno azioni criminali, potranno farle anche in Europa».

al-Serraj: «L’Isis sta crescendo»

Del resto – dice- il terrorismo è destinato ad aumentare se i nostri militari resteranno impegnati nella guerra di Tripoli». «Le ultime informazioni di intelligence dicono che Abu Bakr al-Bagdhadi è nascosto tra Siria e Iraq, ma abbiamo avvertito i nostri partner che durante la guerra l’Isis sta crescendo nel nostro paese, proprio a causa della guerra. Molte cellule dormienti si stanno risvegliando, il rischio non è soltanto per noi, ma per tutta la regione», ha dichiarato al-Serraj. Il sedicente Stato Islamico, ha aggiunto, «sta combattendo in alcune città nel sud della Libia, proprio ora. E’ una prova della loro presenza. E sono certo che il terrorismo aumenterà se i nostri militari resteranno impegnati nella guerra di Tripoli».

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