Il giudice che scarcera il nigeriano picchiatore se lo porti a casa sua

6 Giu 2019 6:00 - di Francesco Storace

Ora ci fate la cortesia, signori magistrati, di smetterla di farci impazzire. Un nigeriano arriva qua, spacca teste a chiunque incontra, si era già fatto un bel po’ di galera e voi lo rimettete in libertà. Vostro onore, se lo porti a casa sua o nel cortile del Csm, dove, tra una pratica sospetta e l’altra, magari qualcuno troverà il tempo per far capire l’educazione a questo signore.
Che cosa deve succedere nel nostro paese per avere il diritto alla sicurezza?
La storia è questa, ed è vergognosa anche se non ci sono (per fortuna) morti da sotterrare.

Commozione giudiziaria

E’ una storia di pietismo stupido, di commozione giudiziaria, di buonismo insensato. Non facciamo nomi – per ora – sennò con noi il permissivismo viene dimenticato e ci sbattono in cella al posto dell’africano. Ma basta sapere quel che è successo.
Un certo giorno arriva qui un bestione dalla Nigeria, un delinquente di quelli veri. Corporatura muscolosa, alto un metro e ottanta, pelato. Gli basta poco tempo per imparare come si campa in Italia ma si imbatte sfortunatamente in un processo per violenza – ovviamente – resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. E la solita violenza sessuale. Risultato: sconta un anno e mezzo nel carcere di Velletri.
Venerdì scorso finisce la pena e passano a prenderlo i carabinieri. Bisogna rimpatriarlo. Lo fanno salire in macchina per trasferirlo nella struttura di accoglienza di Casalpalocco, perché il giorno dopo deve essere trasferito nel centro rimpatri di Potenza e poi in volo direzione Nigeria. Ma a Casalpalocco non arriva, perché fa l’inferno nell’auto dell’Arma, che finisce rapidamente fuori strada sulla via del Mare, con i due carabinieri presi a botte. Viene acciuffato e ammanettato solo grazie all’arrivo dei rinforzi.

Ad un passo dall’omicidio

In camera di sicurezza si ferisce alla testa lasciandosi cadere a terra e lo trasportano al Policlinico Umberto I, in stato di arresto. Al pronto soccorso lo curano e un medico gli offre pure un paio di scarpe perché ne era sprovvisto. Poi, il caos quando gli si avvicina un operatore sanitario che distribuisce volantini ai pazienti in attesa. E’ un attimo e il nigeriano fa volare l’uomo a terra sbattendogli più volte la testa sul pavimento. Ci vogliono ben due infermieri per toglierglielo dalle mani. Senza il loro intervento quel poveretto finiva ammazzato dalla bestia.
Ma non è finita. Il pubblico ministero di turno propone di rispedirlo in carcere, il giudice no e lo lascia libero. E ovviamente il povero africano che sulla sua strada si imbatte solo in italiani cattivi se la dà a gambe.
Quale pena è prevista dal codice penale se scriviamo che è una vergogna lasciare in libertà certa gente? Nessuna legge può autorizzare un magistrato ad usare la mano delicata per evitare la galera ad un delinquente che prende a botte chiunque gli capita sottomano. Quel giudice che gli ha aperto le porte della cella – immaginaria a questo punto – sarà mai valutato dal Consiglio superiore della magistratura, o almeno da quel che ne rimane viste le porcherie a cui assistiamo? Vedremo che cosa risponderanno i ministri SalviniBonafede all’interrogazione sul caso presentata da Edmondo Cirielli di Fratelli d’Italia.
Vogliamo vivere liberi e in pace. Se lo devono mettere tutti in testa, sinistre e certi magistrati. Di delinquenti in circolazione non ne possiamo più. Ci basta già la criminalità nostrana.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • CAPOLONGO LUCIANO 11 Giugno 2019

    Io metterei in prigione prima il giudice che ha emesso l’ordine di scarcerazione e come compagno di cella gli metterei il Nigeriano

  • Lisetta 6 Giugno 2019

    I fogli di via devono diventare estradizione immediata. Li si mette in carcere e poi li si fa partire. Non più in strada. Nuova legge che fa pagare ai magistrati i costi che causano i delinque sti che vengono messi fuori. Più legalità e più sicurezza nel nostro paese.

  • Giuseppe Tolu 6 Giugno 2019

    Che vergogna!!!

  • edoardo serata 6 Giugno 2019

    Ma perchè mai non vengono pubblicati i nativi di questi signori magistrati che lasciano in libertà turpi individui meritevoli soltanto di stare nelle patrie galere e che una volta liberi continuano a commettere omicidi, rapinare. rubare, stuprare ?Grazie.

  • Giuseppe Forconi 6 Giugno 2019

    Vediamo di rintracciarlo il bestione nigeriano e conficchiamogli due bei colpi calibro 45 in corpo e vediamo se il magistrato di turno lo perdona. Ad ogni modo è una vergogna, questa è la nostra democrazia, che schifo.

  • NESTORE 6 Giugno 2019

    Fuori i magistrati sinistri.

  • Anna Maria 6 Giugno 2019

    Un giudice che emette una sentenza del genere ma che razza di giudice è?? Questa sentenza fa il paio, ma troppe ce ne sono state negli ultimi tempi di sentenze analoghe, con quell’altra assai “EDIFICANTE” dello spacciatore di droga, quindi di morte, rimesso in libertà perché lo spaccio è l’unico mezzo di sostentamento di questo “cittadino modello”!!! ORA MI CHIEDO MA SI PUÒ MAI AVERE FIDUCIA IN UNA GIUSTIZIA DEL GENERE??? CHE RAZZA DI ESEMPIO SONO PER NOI TUTTI SENTENZE DI QUESTO TIPO????

  • fabio dominicini 6 Giugno 2019

    ITALIA, patria del non diritto e dell’ingiustizia !
    C’è urgente necessità di una Legge che preveda l’espulsione immediata e scortata di tutti coloro che, anche se in possesso di un compiacente permesso di soggiorno, commettono crimini da codice penale.
    Senza permettere che giudici falsamente buonisti intervengano per trattenerli nel nostro Paese .

  • Silvia Toresi 6 Giugno 2019

    È veramente assurdo!!!!

  • rino 6 Giugno 2019

    Le sinistre e le loro toghe rosse non se lo metteranno mai in testa e nemmeno quel 30 per cento di italiani di sinistra che col loro chiasso contano come un 60 per cento. C’è da chiedersi quale interesse hanno queste persone seuire questa linea: cooperative per i politici e cervello all’ammasso per i loro elettori? Ogni giorno appare in televisione qualche onlus od ONG che chiede soldi, ora c’è anche il cantante. Se questo è ormai l’unico lavoro disponibile e rispettato in Italia, non gli si può togliere la materia prima, è chiaro. Prevedo un futuro nero perché i nostri bisnonni fecero l’italia, ma nessuno ha rifatto la testa agli italiani, ci provò un tale che poi a seguito di un grave errore ha fatto una brutta fine e ora nessuno ci riproverà.

  • MAURIZIO GIANNOTTI 6 Giugno 2019

    Giusto. E’ ora di finirla con certi (ovvero come qui) certe donne giudice che svolgono senza capacità o merito la funzione giurisdizionale, mentre dovrebbero invece fare l’assistente sociale, attività a loro più confacente con l’indole che si ritrovano. Grazie a loro abbiamo in giro fior di farabutti che ogni giorno attentano alla libertà di circolazione e spesso alla vita dei cittadini. Chi è preposto al ruolo di controllo di questi “giudici” sappia che questi magistrati devono cambiare mestiere.!!!