Roma, Fdi: «L’Atac è al collasso e il manager della Raggi costa un occhio della testa»
«Lo diciamo da sempre: la trasparenza per i Cinquestelle è solo uno slogan da campagna elettorale, o semplicemente un karma per intortare militanti ed elettori. Quanto riportato da Affari Italiani secondo cui Simioni dell’Atac, manager plurinominato dalla Raggi, avrebbe speso in 8 mesi quasi 7mila euro in spese varie di trasporto è da far tremare i polsi. Dopo il danno però c’è anche la beffa, perché a quei 7mila euro di spostamenti in 8 mesi – qualcosa come circa 1000 euro al mese – nella contabilità dell’Atac compare anche la voce vitto e alloggio il cui importo da gennaio 2018 a settembre dello stesso anno supera abbondantemente i 15mila euro, parametrando il ”costo mensile” del manager a oltre 22 mila euro». È quanto dichiarano in una nota congiunta Andrea De Priamo capogruppo in Campidoglio e Fabrizio Ghera capogruppo alla Regione Lazio e candidato alle elezioni europee nel collegio Italia-Centro. «Simioni che ricopre insieme le cariche di presidente, Ad e Dg in Atac, per cui Fdi presentò un esposto in Procura, è lo stesso della mancata messa in sicurezza delle scale mobili di alcune stazioni della Metro A. Preoccupante la risposta dell’Atac ad Affari Italiani, secondo cui le retribuzioni annue lorde percepite da Simioni sarebbero in linea con quanto previsto dalla normativa che regola il limite del trattamento economico del personale pubblico e delle società partecipate fissato in euro 240.000 annui lordi. Patetica, poi, la chiosa dell’azienda per cui se supera il budget pagherà lui. L’Atac è al collasso e il supernominato del poltronificio grillino si ristora e rifocilla in giro per l’Italia a spese dei romani».