Lo spread riavvicina Conte a Salvini: «Ci preoccupa, ma non ci ossessiona»

16 Mag 2019 13:32 - di Valerio Falerni

Spread ancora in evidenza. In apertura, il differenziale tra Btp e Bund ha aperto a 286 punti base, uno in più rispetto alla chiusura di ieri. Secondo fonti di Bruxelles, tuttavia, dell’impennata dello spread non si dovrebbe parlare nell’Eurogruppo di oggi, cui parteciperà anche il ministro Tria. Anche per evitare di gettare benzina sul fuoco a dieci giorni dalle elezioni. Dei nostri conti pubblici l’Eurogruppo si occuperà il prossimo 13 giugno, quando saranno sul tavolo le raccomandazioni della Commissione.

Lo spread ha aperto a 286 punti base

Ma se in Europa il tema dello spread, almeno per ora, passa in sordina, in Italia ha dato la stura a nuove, incandescenti, polemiche all’interno della maggioranza giallo-verde. Quando il differenziale tra i titoli del nostro debito pubblico e quelli tedeschi si è impennato, il più lesto ad alzare l’indice è stato Luigi Di Maio. E lo ha puntato contro l’alleato Matteo Salvini che l’altro ieri a Verona s’era lasciato scappare che «se servirà infrangere alcuni limiti del 3 per cento, noi tiriamo diritti» e che ora ostenta indifferenza persino rispetto alle preoccupazioni espresse dal governatore Visco circa il possibile rincaro dei mutui. «Lo usano per intimidirci», ha tagliato corto il leader leghista.  Contro i paletti di Maastricht un tempo tuonava anche il capo politico dei Cinquestelle. Ma ora, in piena svolta moderata, è diventato più filo-Ue persino del Pd.

Ancora tensioni all’interno del governo

Ma è una svolta che fa suonare l’allarme rosso a Palazzo Chigi. Una distanza così netta tra i due vicepremier non si era mai registrata. Tanto più su un tema unificante come l’ostilità ai vincoli europei. È anche per questo il premier Giuseppe Conte è accorso a gettare acqua sul fuoco: «Lo spread – ha detto ai giornalisti al suo arrivo alla Nuvola dell’Eur per il forum della Pubblica Amministrazione – lo monitoriamo, lo teniamo d’occhio. C’è preoccupazione ma non siamo ossessionati». Parole caute che confermano quelle pronunciate ieri da Tria a mercati aperti, per tentare di smorzare l’impennata dello spread definendo «ingiustificato» ma «comprensibile», alla luce del clima elettorale, il nervosismo sui Btp.

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