La tubercolosi e l’Hiv sono le due maggiori cause di morte tra i migranti in Europa

6 Mag 2019 11:39 - di Paolo Sturaro

Le infezioni da micobatterio della tubercolosi e l’Hiv. Sono queste le due maggiori cause di morte tra i migranti . E nei Paesi dell’Unione europea, il 33% di casi notificati di tubercolosi è proprio tra pazienti migranti o rifugiati. L’80% dei casi di tubercolosi si registra in 18 Paesi: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Bulgaria, Estonia, Georgia, Kazakistan, Kyrgyzstan, Lituania, Lettonia, Moldavia, Romania, Federazione Russa, Tajikistan, Turchia, Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan. I rifugiati e i migranti in arrivo da Paesi con un’alta prevalenza di tubercolosi sono a maggior rischio di sviluppare la malattia, a seconda della condizione vissuta nel loro Paese, durante il viaggio e delle condizioni di vita e di lavoro nel Paese ospitante. Una percentuale significativa dei rifugiati e migranti affetti da Hiv, però, acquisisce l’infezione dopo essere giunta nel Paese di destinazione e ha maggiore probabilità di avere una diagnosi ritardata. Le infezioni da virus dell’epatite B e C sono più comuni tra i rifugiati e i migranti provenienti da paesi in cui il virus è endemico. Infine, le infezioni tropicali e parassitarie, rare in nella regione europea, possono essere riscontrate tra le popolazioni migranti provenienti da aree endemiche.  Tutti questi dati sono rilevati dal Rapporto sulla salute dei rifugiati e dei migranti nella Regione europea dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

In generale il rapporto standardizzato di mortalità nei migranti e rifugiati è inferiore a quello della popolazione ospitante per tutte le cause di morte, neoplasie, malattie mentali e disturbi del comportamento, traumi, malattie endocrine e dell’apparato digerente, ma risulta più alto per infezioni, cause esterne, malattie del sangue e cardiovascolari. Inoltre, il disordine post traumatico da stress è riportato essere del 9-36% tra i rifugiati mentre dell’1-2% tra la popolazione ospite. Ancora, i rifugiati e i migranti nella regione possono avere una minore copertura per le vaccinazioni introdotte di recente, come quelle contro il Papillomavirus umano o l’influenza.

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