Padroni e sindacalisti uniti. Cgil e Confindustria vogliono la patrimoniale

3 Apr 2019 16:31 - di Valerio Falerni

Il sasso nello stagno lo lancia Maurizio Landini. Il nuovo segretario della Cgil ha fiutato l’aria e ha giudicato maturo il momento per richiamare in servizio lo spettro della patrimoniale. Del resto, l’allarme lanciato dall’Ocse sull’economia italiana seguito dalle bacchettate di Juncker su «alcuni ministri bugiardi» in merito ai nostri conti pubblici lasciano pochi margini. Siamo a “crescita zero“, tecnicamente in recessione e con deficit e debito pubblico fuori misura. L’alternativa non lascia molto spazio all’immaginazione: correttivi entro giugno o una manovra “lacrime e sangue” appena dopo l’estate. In alternativa un aumento monstre dell’Iva che colpirebbe i consumi e quindi la produzione. Per Landini la soluzione si chiama patrimoniale (anche se lui la chiama «tributo di equità») una tassa che andrebbe a colpire sia la ricchezza immobiliare sia depositi e conti correnti, esattamente come avvenne nel 1992 ai tempi di Amato e Ciampi. «I soldi si vanno a prendere dove sono», ha infatti suggerito il successore della Camusso dalle pagine di Repubblica.

Anche Confedilizia contraria: «C’è già: è l’Imu-Tasi»

Landini fa il suo mestiere di sindacalista comunista. A stupire non è lui, semmai Vincenzo Boccia, il presidente di Confindustria, che apre incredibilmente alla patrimoniale: «Siamo un po’ critici – concede il leader degli imprenditori – ma è evidente che quello che pone Landini è un aspetto che va usato come termine di confronto, nel senso che occorre una riforma fiscale nel paese». Di ben altro segno, invece, il tweet di Giorgio Spaziani Testa, leader di Confedilizia: «Informiamo Salvini che molti dei suoi iscritti la patrimoniale la pagano già, si chiama Imu-Tasi e pesa 21 miliardi di euro l’anno».

La patrimoniale spacca il Pd

Sul fronte politico, la sortita di Landini trova la porta sbarrata da Luigi Di Maio, che in un post su Facebook scaraventa il pallone in corner rilanciano la proposta del salario minimo: «Mettiamo le cose in chiaro – scrive -: mai una patrimoniale, mai fino a quando il M5S è al governo. Subito il salario minimo, lo approviamo presto, con o senza il Pd». Ma neanche del Pd c’è assenso unanime nei confronti della patrimoniale. Ad insorgere sono soprattutto i renziani: «Credo che Zingaretti farebbe bene a chiarire qual è la linea del Pd e non lasciare che si alimentino pericolosi equivoci. La patrimoniale sarebbe una misura sbagliata: è anacronistica ed inutile», avverte il deputato Antonello Giacomelli. Infine, parla anche Renzi: «Dopo le elezioni europee –  azzarda – c’è o la patrimoniale, o l’umento dell’Iva o tutte e due. O ancora può darsi che eliminino il contributo degli 80 euro. Qualsiasi cosa faranno sarà comunque sbagliata e in ritardo».

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