Nuovo allarme della Farnesina: “La crisi in Libia può portare in Italia terroristi”
Dalla crisi libica rischiano di “riemergere fenomeni terroristici. Il terrorismo internazionale non cessa di colpire, come vediamo. Anche per questo sosteniamo gli sforzi” dell’inviato Onu per la Libia, Ghassan Salamé. Lo ha affermato il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero, nel corso di una conferenza stampa congiunta alla Farnesina con l’inviato Onu per la Libia, Ghassan Salamé.
C’è “preoccupazione per il flusso di profughi” dalla Libia, “un elemento di importanza per l’Europa”. “Nei giorni scorsi ho scritto alle autorità europee per chiedere che si tenga pronta l’iniziativa europea se ci saranno flussi di profughi dalla Libia, è una questione che va affrontata a livello europeo”. Secondo il titolare della Farnesina, è necessario che “la commissione predisponga o sia pronta a predisporre tutti gli atti necessari qualora si verificassero questi flussi anomali”. “Auspichiamo che sia poi la realtà, ovvero che non si verifichi questa eventualità”, ha concluso Moavero riferendosi alla possibilità che non ci siano flussi dalla Libia.
L’Onu all’Italia: “Va evitata la deriva militare”
“Sosteniamo come governo italiano l’azione delle Nazioni Unite”. Si tratta di un'”azione importante, in particolare in questo periodo in cui si sono riaccesi gli scontri armati. Non c’è strada per una soluzione militare per la Libia”. È necessario “evitare di restare in una deriva di crescita del livello degli scontri in atto”, ha sottolineato Moavero, evidenziando come “la popolazione civile è sottoposta a un rischio costante di pericoli crescenti”.
Libia: 272 morti e trentamila sfollati
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), intanto, ha aggiornato a 272 morti il bilancio dei combattimenti nel Paese. Un tweet diffuso nella notte precisa che i feriti sono 1.282, mentre gli sfollati sono più di 30mila. “L’Oms e i suoi partner lavorano per garantire che le strutture sanitarie di base abbiano forniture e risorse per assistere le famiglie sfollate”, precisa l’agenzia delle Nazioni Unite.