Libia, l’allarme dell’Unicef: 1800 bambini a rischio, devono essere evacuati dalle zone di guerra
«Un numero crescente di bambini è a rischio imminente di ferite o morte a causa dell’escalation dei combattimenti, i peggiori degli ultimi anni , a Tripoli e dintorni». Lo denuncia l’Unicef in una nota sulla situazione in Libia commentando gli scontri per il controllo della capitale. «Ricordiamo a tutte le parti in guerra in Libia l’obbligo di proteggere i bambini in ogni momento, nel pieno rispetto del diritto internazionale. Uccidere, ferire e reclutare bambini, gli attacchi su strutture scolastiche, mediche e idriche sono tutte gravi violazioni dei diritti dei bambini e devono cessare immediatamente. Devono essere messe in atto misure di prevenzione per proteggere meglio i bambini, in linea con la risoluzione 2427 del Consiglio di sicurezza».
I numeri parlano chiaro. «Sono quasi 1.800 i bambini sono tra i civili che hanno urgente bisogno di essere evacuati dalle zone in prima linea di combattimento, mentre 7.300 bambini sono già stati sfollati dalle loro case a causa delle violenze. Si stima che circa 500.000 bambini siano stati colpiti dalla violenza in tutta la Libia occidentale. I bambini intrappolati nelle zone di conflitto rischiano di finire il cibo e di perdere l’accesso alle cure mediche. Non potendo lasciare queste zone, non possono cercare protezione o assistenza in tutta sicurezza». La violenza – dichiarano Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef, e Virginia Gamba, rappresentante speciale del Segretario generale per i bambini e i conflitti armati. – ha anche messo in grave pericolo i quasi 1.000 bambini rifugiati e migranti tenuti nei centri di detenzione. Dovrebbero essere immediatamente rilasciati e dotati di un rifugio sicuro fino a quando le loro richieste di asilo potranno essere esaminate o potranno ottenere assistenza per un rimpatrio sicuro con le loro famiglie. Il principio del non respingimento deve essere rispettato. I minorenni non accompagnati, molti dei quali sono in transito nel paese, sono a rischio di gravi violazioni, tra cui il reclutamento, la violenza sessuale o il rapimento. Non solo, «i combattimenti stanno anche privando i bambini del loro diritto all’istruzione. L’anno scolastico è stato sospeso in tutte le scuole nelle zone colpite dal conflitto, e sette scuole stanno attualmente ospitando famiglie sfollate. Un recente attacco a un magazzino scolastico ha distrutto 5 milioni di libri di testo e i risultati degli esami scolastici nazionali – conclude l’Unicef – la Libia ha sofferto per più di sette anni di conflitto persistente che ha lasciato almeno 820.000 persone, tra cui circa 250.000 bambini, nel disperato bisogno di assistenza umanitaria e la situazione si sta nuovamente deteriorando. Per il loro bene, e per il futuro del paese, i combattimenti devono cessare». L’ultima esortazione è la creazione di un «accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per tutti i bambini bisognosi» e al un cessate il fuoco per consentire ai civili di lasciare in sicurezza le aree in conflitto.