Il M5S è pronto a silurare il ministro Tria. Buffagni: «Ci sta ricattando». Gasparri: «Il governo chiarisca»
C’è il ritardo di Tria nella definizione dei rimbrsi ai truffati delle banche, c’è la posizione troppo “europeista” sulla recessione italiana e sulla mancata crescita del Pil, ma c’è anche il caso-Bigno, la consigliera del ministro che si è ritagliata un ruolo nel Cda della Stm, azienda italo-francese, per poi fare marcia indietro. C’è tutto questo e anche una certa indolenza nel supportare le richieste di apertura dei cordoni della borsa pubblica negli attacchi dei grillini al ministro dell’Economia Giovanni Tria, che ieri si era ribellato alle accuse in una intervista: «Ho subito un attacco spazzatura sul piano personale», aveva detto al Corriere della Sera, che oggi intervista il potente sottosegretario agli Affari Regionali, Stefano Buffagni, che non le manda a dire al ministro. «Francamente, in questi giorni, con Tria avremmo preferito parlare di Def, di risparmi bancari, e invece siamo stati costretti ad affrontare un altro, sgradevole genere di argomenti: quello relativo al ruolo della dottoressa Claudia Bugno».
Gli attacchi spazzatura a Tria
Sono attacchi spazzatura? «Io credo che Tria si riferisse ad alcuni articoli pubblicati dal Fatto e da La Verità… In ogni caso, dev’essere chiaro che noi non abbiamo l’abitudine, nelle vicende politiche, di attaccare i familiari dei nostri interlocutori. Insomma, per capirci: certe brutte cose non sono uscite dall’intelligence del Movimento. Ho detto ciò che penso: noi non riteniamo idonea la dottoressa Bugno per ricoprire un certo ruolo. Io sto ancora qui a cercare di capire come sia stato possibile indicarla per StMicroelectronics… Quella non è una poltrona di spartizione, quella è una postazione strategica dove deve finire una persona competente. Punto».
Tria sull’orlo del siluramento
Buffagni usa termini ironici, ma durissimi, sul caso-Bugno: «Tria, Tria… Io non lo voglio nemmeno sapere perché la dottoressa Bugno si muova con tanta disinvoltura, perché vada in giro a dire si fa così, si fa colà, perché parli a nome del ministro…». Dimissioni? «Lui non è in discussione”, replica Buffagni, che però aggiunge: «In questo momento». «Noi non sopportiamo chi lavora per interessi personali e non pensando agli interessi del Paese. Aggiungo che quando poi Tria prova a ricattarci, beh, non è il massimo».
L’attacco di Gasparri
«Quando, dove e come il ministro Tria ha ricattato il M5S? Lo chiedo con una interrogazione urgente dopo aver letto in una intervista su un quotidiano rilasciata dal sottosegretario grillino Buffagni la sua seguente frase: ‘aggiungo che quando poi Tria prova a ricattarci, beh, non è il massimo’. Un esponente del governo dice che il ministro dell’Economia, non un passante qualunque, ricatta un importante partito di governo. Siamo alla follia totale. O è vero e quindi Buffagni deve spiegare le circostanze e i momenti in cui Tria ha esercitato questi ricatti, o non è vero e quindi una persona come Buffagni, che non si capisce per quale ragione stia al governo, dovrebbe sparire dalla scena». Lo afferma Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. «L’Italia – prosegue – è in mano a un gruppo di irresponsabili. Non conosco figli, figliastri e collaboratori di Tria, ma vedo che è stato sottoposto a un dossieraggio o addirittura a un killeraggio, solo
perché ha dovuto ammettere parzialmente la verità sulla recessione in cui il governo Conte ci ha portato. Quello che dice Buffagni comunque va dimostrato e non può essere fatto cadere nel vuoto. Lo ribadisco. Porterò in Parlamento la questione perché il governo risponda. Tria è un ricattatore? Lo si dimostri. Non lo è? Allora sia lo stesso Tria a querelare oggi stesso Buffagni, prima di andare in Consiglio dei Ministri. Dimostri, almeno lui, di essere una persona seria», conclude Gasparri.