Continua la telenovela dei rimborsi ai risparmiatori truffati. Pressing su Tria: firmi il decreto

2 Apr 2019 10:18 - di Stefania Campitelli

In mezzo alla bufera del rapporto Ocse che  vede nero sull’economia italiana il ministro Giovanni Tria è finito sotto il fuoco amico anche per il ritardo della firma su alcune misure chiave che aspettano il varo da mesi.  Tra i nodi da sciogliere che accrescono le fibrillazioni nell’esecutivo c’è quello dei rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche, un dossier spinoso che è da tempo sul tavolo del Mef e che finora non ha trovato soluzione tra promesse e slittamenti. Una telenovela infinita per un governo che aveva giurato di essere il primo della storia a rimborsare i rispariatori truffati. Era stato il primo impegno ufficiale del premier Conte ma i risparmiatori ancora aspettano.

Rimborsi truffati dalla banche, Tria prende tempo

Sotto il pressing dei vicepremier Salvini e Di Maio il ministro dell’Economia, nelle vesti di capro espiatorio per aver confermato la recessione e finito nel mirino dei gialloverdi per presunti conflitti di interessi, è costretto a imprimere una svolta per mettere la parola fine al caso banche. Secondo quanto fanno trapelare fonti di governo al termine dell’incontro fra Tria e il premier Conte, infatti, le norme per il rimborso ai cittadini truffati da alcuni istituti di credito dovrebbero trovare spazio nel decreto Crescita, che con ogni probabilità, sarà in Consiglio dei ministri il prossimo giovedì. In fondo nell’ultima bozza del decreto era previsto l’articolo 35 dedicato proprio ai rimborsi ai risparmiatori, anche se non era ancora stato inserito il testo. Sul piatto ci sono 1,5 miliardi di euro che devono andare agli italiani, incalza Salvini. «Abbiamo stanziato un miliardo e mezzo per risarcire i risparmiatori, ma al ministero dell’Economia sono lì che pensano se possono dare quei soldi agli italiani, se la Ue ci sanzionerà: l’Europa faccia quello che vuole, quei soldi vanno agli italiani. Se all’Europa va bene, bene; se all’Europa non va bene, bene lo stesso. Vorrà dire che saremo noi a cambiare l’Europa», ha detto il vicepremier leghista perché Tria esca allo scoperto e vari i decreti per risarcire i risparmiatori che hanno pagato caro il tracollo di alcune banche. Ma da via XX settembre la risposta è evasiva: «Si è discusso della situazione economica e dei prossimi provvedimenti da adottare a sostegno della crescita», scrive in una nota il Mef senza far trapelare null’altro.

Ancora una volta il condizionale è d’obbligo. Messo alle strette Tria è costretto ad accelerare magari trovando l’ennesimo compromesso. Sul rimborso ai risparmiatori il governo gialloverde ci ha messo la faccia e difficilmente potrà spiegare ai suoi elettori che fine hanno fatto le promesse fatte in campagna elettorale. «Questo governo – ha rimarcato il sottosegretario 5Stelle Manlio Di Stefano –  sarà ricordato per essere forse il primo che risarcirà i cittadini truffati da alcuni istituti, grazie alla politica compiacente dell’ultima legislatura. Il ministro Tria sa che deve firmare il decreto il prima possibile. È una norma inserita nella Manovra e lui sa perfettamente che questo è un governo che ha una guida politica e non può essere vittima di scelte tecniche. Di conseguenza va dato il maltorto a chi l’ha subito».

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