Pil “ritoccato” ma restiamo in recessione. L’incubo della manovra “lacrime e sangue” non si allontana
La recessione resta, la prospettiva non migliora ma l’Istat rivede, migliorandola in rialzo di 0,1 punti, la stima sul Pil italiano nel quarto trimestre del 2018 con un calo che si attesta allo 0,1% rispetto al trimestre precedente mentre la variazione è nulla nei confronti dello stesso periodo del 2017. Si tratta comunque di un “rosso” ma leggermente meno intenso del previsto e del secondo trimestre consecutivo di calo, dopo il -0,1% del periodo luglio-settembre.
Il dato provvisorio diffuso il 31 gennaio scorso vedeva infatti una variazione congiunturale negativa dello 0,2% mentre quella tendenziale era pari a +0,1%. Il 2019, comunque, inizia con un meno 1%, rispetto al meno due. Il motivo del leggero rialzo è però anche “tecnico”: il quarto trimestre del 2018 – ricorda l’Istat – ha avuto una giornata lavorativa in meno del trimestre precedente e due giornate lavorative in più rispetto al quarto trimestre del 2017. In ogni caso, precisa l’istituto di statistica, “la stima dei conti economici trimestrali è coerente con quella annuale diffusa il 1° marzo”. Rispetto al trimestre precedente, tutti i principali aggregati della domanda interna registrano aumenti, con una crescita dello 0,1% dei consumi finali nazionali e dello 0,3% degli investimenti fissi lordi. Le importazioni e le esportazioni sono cresciute, rispettivamente, dello 0,7% e dell’1,3%.
Ma il quadro macroeconomico resta quello della recessione e le ipotesi di una manovra correttiva “lacrime e sangue” resta di stretta attualità, nonostante le smentite del ministro Tria e del vicepremier Salvini.
“Sicuramente non ci sarà nessuna manovra che porterà nuove tasse. Aspettiamo di vedere i dati reali ma nuove tasse non ne mettiamo”, aveva detto ieri Salvini in conferenza stampa alla Camera. A chi gli domandava se si interverrà per ridurre il deficit, replicava: “Sono possibilista per natura”.
Più vago ancora, il titolare dell’Economia: “Di fronte a questo forte rallentamento dell’economia italiana, l’azione del governo, in attesa degli effetti delle misure della legge di bilancio, deve oggi focalizzarsi si una priorità che non è quella di una manovra correttiva in senso restrittivo, ma creare le migliori condizioni per aiutare le imprese. Come governo dobbiamo accelerare il rilancio degli investimenti pubblici e sopratutto dobbiamo promuovere gli investimenti sulle infrastrutture. L’economia italiana ha tutte le possibilità di crescere e chiudere il gap con l’Europa, ma a questo fine bisogna costruire fiducia e sicurezza, senza i quali non ci sono manovre che tengano”, aveva detto ieri il ministro Giovanni Tria nel suo intervento al Board Forum Spencer Stuart. Il messaggio è chiaro: la manovra correttiva non è esclusa, anzi, potrebbe servire a dare soldi alle imprese e agli investimenti. Ma chi paga il conto?