Abusi sulle ragazzine della comunità di Vercelli: preso operatore somalo
Doveva proteggere le minori che arrivavano nella comunità di Vercelli. Approfittava invece del suo ruolo di operatore per violentarle. Con queste accuse è stato arrestato un somalo di 36 anni, arrivato in Italia come rifugiato politico. Le vittime accertate, finora, sono due. Una bambina di undici anni e una adolescente di 17. Ma l’inchiesta va avanti e l’uomo, che da tempo operava nella comunità, potrebbe essere uno stupratore seriale con un numero di vittime ben più alto.
Il cittadino di origini somale, sbarcato in Italia fruttava il suo ruolo di dipendente di alcune strutture specializzate nell’assistenza dei minori, per costringere alcune ragazzine, ospiti, a subire atti sessuali. E, quando ha capito di essere indagato, ha cercato di fuggire in Francia, per far perdere le proprie tracce.
L’inchiesta che ha portato al fermo dell’uomo è partita da una telefonata notturna, che gli investigatori definiscono “disperata”, effettuata dalla diciasettenne che era riuscita a denunciare in lacrime le violenze subite, al numero di emergenza minori 114.
Il somalo è sbarcato nel 2008 come rifugiato politico
La drammatica telefonata era stata bruscamente interrotta, facendo temere alle operatrici del servizio di tutela un imminente pericolo. Era stata quindi contattata la squadra mobile della questura di Vercelli, che immediatamente si era recata nella comunità, specializzata proprio nella tutela di minori vulnerabili, dove la ragazza si trovava. Da qui l’accertamento degli abusi anche su una undicenne della comunità e l’identificazione dell’operatore somalo, che è in Italia dal 2008 con lo status di rifugiato politico.
La scorsa settimana, gli investigatori della squadra mobile, ipotizzando che l’uomo potesse abbandonare il territorio nazionale, hanno predisposto un servizio di pedinamento che ha permesso di sorprendere l’uomo a bordo di un pullman diretto da Torino a Parigi, munito di un biglietto di sola andata e con bagagli contenenti tutti i propri effetti personali. L’uomo ha fatto anche parziali ammissioni, dicendo che aveva deciso di fuggire per timore di essere arrestato. Ma il timore è appunto che l’uomo sia uno stupratore seriale e che le vittime siano state ben più numerose.
Come può un somalo essere operatore di un centro che dovrebbe accogliere migranti come lui?