Michele Emiliano*: Giuseppe Tatarella, l’antesignano dell’andare oltre se stessi in politica

8 Feb 2019 6:00 - di Redazione

Devo ammettere che se fosse ancora vivo Tatarella sarebbe la persona con la quale avrei più curiosità di parlare. Con chi altri dei viventi della Prima Repubblica? Chi oggi avrebbe la sua stessa dura sincerità e creatività che sgretolano i muri delle ideologie del ’900? Avrei voluto parlare con lui di come fece a trasformare i neofascisti di Almirante, nella forza politica riformista ed europea di Alleanza Nazionale. Perché non credo che altri lì dentro avessero la sua intelligenza, almeno a giudicare da come è andata finire. Aveva la mania di includere nei suoi progetti persone diverse da lui e di concepire l’agire politico quotidiano in coerenza con le sue intuizioni di lungo periodo. (…) Pinuccio è stato l’antesignano dell’andare oltre sé stessi in politica, non per avere più voti, quelli li aveva eccome in Italia e soprattutto in Puglia, ma per governare con qualche possibilità di successo. Siamo invece nella fase politica in cui i partiti (mi correggo, le liste elettorali, perché solo questo sono ormai i partiti) si occupano solo di fare un’opposizione mediatica per vincere le successive elezioni senza minimamente ambire ad essere presenze organizzate nella società italiana e a realizzare, governando, un progetto politi-co di crescita della comunità nazionale.
Sanno già prima di vincere le elezioni successive che perderanno quelle dopo e che quindi si deve preparare il progetto non per realizzarlo effettivamente, ma al più limitato scopo di battere i propri avversari e gestire per cinque anni il potere. Sanno che uno stipendio da deputato tiene in piedi qualunque maggioranza e qualunque programma. Ma lui non si sarebbe rassegnato così facilmente a cedere alla Lega Nord le ragioni della “de-stra”, del Sud, della italianità, della rappresentanza a torto o a ragione delle ragioni del Tricolore nei gangli vitali dello Stato dove alla inevitabile suggestione di questa retorica si accompagnava un orgoglio nazionale non barattabile con i guitti della secessione del Nord dal resto d’Italia, accantonata a causa delle ruberie che costituiscono ancora oggi la Lega Nord come un partito che sopravvive grazie alla mancata immediata restituzione di 49milioni di danaro pubblico rubati dai padrini politici della stessa classe dirigente che attualmente la guida. Insomma se ci fossimo parlati stamattina, prima che cominciassi a scrivere queste poche righe incomplete e indegne della grandezza politica del barese più cerignolano di Puglia, chissà come ci saremmo divertiti a progettare di riconquistare alle ragioni della Puglia l’Italia intera. Lo avremmo fatto da avversari o da alleati? Non lo so, ma avremmo comunque onorato il nostro giuramento di fedeltà alla Repubblica ed alla sua Costituzione nata dalla Resistenza. Per me questo oggi significa essere antifascisti. Riconciliarsi senza dimenticare.

* Presidente della Regione Puglia

Testo tratto dal libro “Pinuccio Tatarella – passione e intelligenza al servizio dell’Italia”, edito da “Giubilei Regnani”. Link per l’acquisto del libro: http://www.giubileiregnani.com/libri/pinuccio-tatarella/

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