Douglas Mac Arthur, l’ultimo condottiero: avrebbe voluto invadere la Cina
Una delle più famose ed eminenti figure di comandante militare americano è stato, senza alcun dubbio, il Generale a cinque stelle Douglas Mac Arthur il quale univa, in mirabile sintesi, le qualità militari, morali, umane e professionali, la prestanza fisica, il forte carisma personale e l’eccezionale capacità oratoria che ogni condottiero dovrebbe possedere. Douglas Mac Arthur nasce in Arkansas a Little Rock il 26 gennaio 1880 in una famiglia di grandi tradizioni militari. Il padre è, all’epoca, un ufficiale dell’Esercito che aveva ricevuto, durante la guerra civile americana, la Medaglia d’Onore del Congresso per l’eroismo dimostrato durante la battaglia di Missionary Ridge e che avrebbe, a fine carriera, raggiunto il gradi di Tenente Generale. Essendo figlio di militari Mac Arthur passò la sua infanzia passando da un presidio militare all’altro e, pertanto, crebbe in un ambiente fortemente impregnato dei valori e dell’etica militare che fece suoi fin da subito. Inizialmente Mac Arthur fu allievo della West Texas Military Academy ove ottenne la medaglia d’oro per i suoi ottimi risultati quale cadetto. Nel 1899 finalmente entrò all’Accademia militare degli Stati Uniti a West Point nello Stato di New York. Anche qui Mac Arthur ottenne risultati accademici prestigiosi con punteggi elevatissimi classificandosi fra i primi con conseguente assegnazione al Genio militare che era il Corpo di élite dell’Esercito americano.
Esaminare in dettaglio tutta la lunga e prestigiosa carriera militare di Mac Arthur richiederebbe decine di pagine ma basterà ricordare che prese parte alla Prima Guerra Mondiale con il grado di Maggiore ottenendo molte decorazioni tra cui la Croix de Guerre francese, la Distinguished Service Order e la Silver Star. Durante le operazioni fu intossicato dai gas nemici e ricoverato in ospedale. Alla fine della guerra aveva raggiunto il grado di Brigadiere Generale. In seguito assunse l’incarico di Sovrintendente all’Accademia militare di West Point diventando l’ufficiale più giovane a ricoprire tale prestigioso incarico. In seguito divenne anche il più giovane Maggior Generale della storia dell’Esercito americano. Nel 1922 Mac Arthur si recò nelle Filippine, allora protettorato americano, per assumere l’incarico di Comandante del Distretto militare di Manila. Quando, nel 1935, le Filippine ottennero una forma di semi indipendenza dagli Stati Uniti il Presidente filippino Manuel L. Quezon gli affidò l’incarico di formare e organizzare l’Esercito filippino con il grado di Field Marshall. Autorizzato dal Presidente Franklin Delano Roosevelt Mac Arthur accettò l’alto incarico. Al momento dell’attacco giapponese a Pearl Harbour Mac Arthur era ancora nelle Filippine dove organizzò la resistenza agli invasori giapponesi nell’isola fortezza di Corregidor. Purtroppo per lui i giapponesi controllavano i mari circostanti e, pertanto, non era possibile ricevere né rinforzi né rifornimenti. Quando la capitolazione di Corregidor apparve imminente il Presidente Roosevelt gli ordinò di imbarcarsi su un sommergibile per raggiungere l’Australia. Mac Arthur obbedì suo malgrado all’ordine di evacuazione ma, per salvare il suo onore militare, decise di viaggiare su una motosilurante PT Boat in acque infestate da navi e mine nemiche. Nonostante tutto raggiunse sano e salvo l’Australia da cui iniziò a organizzare la campagna della Nuova Guinea, una delle più terribili e sanguinose di tutta la guerra. Mac Arthur, a differenza di quello che accadde nel nord pacifico che era competenza dell’Ammiraglio Nimitz, rifiutò di prendere d’assalto le piazzeforti giapponesi e, mentre nel nord Pacifico si combattevano sanguinose battaglia per conquistare isole quali Peleliu, Saipan, Palau, Iwo Jima e Okinawa, nel sud Pacifico venne adottata la tattica del “salto della rana” per cui le basi giapponesi venivano accerchiate, isolate e lasciate morire di fame. Questo modo di condurre le operazioni permise a Mac Arthur di riconquistare le Filippine mantenendo la promessa che aveva fatto al momento in cui le aveva dovute abbandonare: “I shall return”, cioè “io tornerò”. All’atto della resa del Giappone, dopo il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, fu Mac Arthur, che nel frattempo era divenuto Generale a cinque stelle, a presiedere la cerimonia della firma dei trattati di pace sulla corazzata Missouri regalando una delle penne con cui aveva firmato gli atti al Generale Wainwright, ultimo difensore di Corregidor, ridotto a scheletro umano dopo quattro anni di durissima prigionia nei campi di concentramento nipponici. Nell’occasione Mac Arthur pronunciò uno dei suoi famosi discorsi in cui evidenziava che, con l’introduzione dell’arma atomica, la guerra non sarebbe più stata la stessa. Nominato nel frattempo Comandante supremo delle Forze Alleate in Giappone ebbe vastissimi poteri di controllo sul Paese e sulla sua attività politica e istituzionale. In pratica era un vero Proconsole con pieni e incondizionati poteri. Mac Arthur, da uomo colto e intelligente quale era, gestì questo suo immenso potere saggiamente e con misura giudando con mano ferma e sicura il Paese nella transizione verso la democrazia. Il suo operato fu cosi apprezzato che il popolo giapponese lo venerava come un semidio. Non vi è dubbio che Mac Arthur seppe comprendere la cultura, la mentalità e le tradizioni di un Paese così antico e diverso riuscendo ad amministrarlo al meglio senza traumi né scossoni. Particolarmente intelligente e apprezzato fu il suo attaggiamento sempre rispettoso verso l’Imperatore Hiro Hito che era considerato dal popolo giapponese un Dio vivente.
Pareva che la carriera militare di Mac Arthur si avviasse ormai verso un tranquillo finale ma il destino dispose altrimenti dando al vecchio Generale un’altra occasione e un ultimo palcoscenico. Il dittatore comunista della Corea del Nord Kim Il Sung il 25 giugno 1950, con l’appoggio della Cina e dell’Unione Sovietica lanciò le sue divisioni all’assalto della Corea del Sud conquistando in pochissimo tempo tutto il Paese con l’eccezione della testa di ponte di Pusan che oppose una strenua ed eroica resistenza. Mac Arthur venne subito chiamato a guidare le truppe delle Nazioni Unite elaborando un audace, intelligente ma rischiosissimo piano, denominato operazione Chromite, che prevedeva uno sbarco nella località di Inchon che, in caso di successo, avrebbe tagliato totalmemte fuori le truppe nordcoreane dai rifornimenti costringendole alla resa. Inchon è un porto dove si registrano le più alte maree del mondo inoltre il porto era piccolo e fortificato e di conseguenza le probabilità di fallimento elevatissime. Nonostante il parere contrario di quasi tutti i consiglieri militari, Mac Arthur non cambiò idea e diede il via libera all’operazione che, nonostante tutto, ebbe pieno successo costringendo le truppe nemiche a una rotta rovinosa. A quel punto le truppe della Nazioni Unite avanzarono facilmente fino quasi al fiume Yalu che era in confine tra Corea del Nord e Repubblica popolare cinese. I cinesi, preoccupati del crollo imminente del regime di Kim Il Sung lanciarono una possente controffensiva di sorpresa con centinaia di migliaia di uomini che colsero totalmente di sopresa le truppe delle Nazioni Unite costringendole ad una precipitosa ritirata sotto la neve ed a temperature proibitive. Fu una débacle totale della intelligence americana che non aveva saputo scoprire né prevedere quello che i cinesi stavano preparando. Mac Arthur a quel punto minacciò la Cina di usare armi atomiche tattiche per colpire le basi oltre il fiume Yalu. Il Presidente Truman, che non aveva autorizzato né condivideva le dichiarazioni di Mac Arthur, colse la palla al balzo per togliere di mezzo un personaggio tanto ingombrante quanto scomodo. Il giorno 11 aprile 1951 Mac Arthur fu rimosso dal Comando per “grave insubordinazione” e richiamato in patria. Il Comando delle truppe in Corea venne affidato al Generale Matthew Ridgway.
Indubbiamente Mac Arthur è stato un personaggio estremamente popolare e pittoresco con la sua pipa di granoturco e i suoi modi teatrali. Il Generale Eisenhower una volta disse che aveva trascorso lunghi anni alle sue dipendenza studiando recitazione. E’ però innegabile che sia anche stato un eccezionale comandante sul campo, coraggioso, carismatico e trascinatore di uomini. Un Generale che teneva alla vita dei suoi sottoposti e che cercava di pianificare operazioni militari intelligenti che riducessero il più possibile le perdite in vite umane. Dinnanzi al Congresso riunito in seduta comune per rendergli omaggio concluse il suo memorabile discorso con queste parole: “Oggi chiudo i miei 52 anni di vita servizio militare. Quando entrai nell’Esercito, prima dell’inizio del secolo, questo fu il raggiungimento di tutti i miei sogni e speranze di gioventù. Il mondo è cambiato molte volte da quando pronunciai il mio giuramento sulla spianata di West Point e le speranze e i sogni sono svaniti da molto tempo. Ma ancora ricordo il ritornello di una delle più popolari ballate di caserma di quei tempi che recitava orgogliosamente che i vecchi soldati non muoiono mai, semplicemente svaniscono. E come il vecchio soldato della ballata, oggi io chiudo la mia carriera militare e semplicemente svanisco. Un vecchio soldato che ha cercato di fare il suo dovere nel modo in cui Dio gli ha dato la luce per vedere quel dovere. I bid you farewell. Io vi dico addio”.
Film consigliati: Mac Arthur Generale Ribelle, Operazione Chromite