Choc a Catania, broker uccide moglie e figli di 6 e 4 anni e si suicida. I parenti: inspiegabile

9 Dic 2018 18:39 - di Greta Paolucci

Non c’entra la depressione. Non c’entra, forse, neanche tropo la gelosia. Niente a che fare con la follia o con qualche dramma segreto, covato fino all’esito estremo, tanto che i parenti delle vittime, sotto choc, si dicono increduli e per la tragedia di cui sono appena venuti a conoscenza hanno una sola parola: inspiegabile. Eppure è accaduto. È successo nella tarda mattinata di oggi, a Paternò.

Paternò, uccide moglie e figli e si suicida

Eppure oggi un uomo, un broker di 35 anni, ha sterminato la sua famiglia e poi si tolto la vita. gli inquirenti ipotizzano una tragedia della gelosia, ma chiunque nel catanese conoscesse quella famiglia che non c’è più, si ritrova a negare e a giurare che quanto accaduto era imprevedibile, insospettabile, inimmaginabile. Ma, qualcosa si deve essere spezzato in quel’equilibrio familiare o nella mente di quel giovane opadre e marito divenuto il carnefice della giovane moglie e dei suoi figli piccoli, di soli 4 e 6 anni. Lui, il killer poi suicida, consulente finanziario 35enne, ha ucciso a colpi di pistola la moglie di 25 anni e i suoi due figlioletti, poi si è tolto la vita. a quanto fin qui ricostruito dagli inquirenti al lavoro sul caso, la strage è avvenuta in camera da letto, nella loro casa. A chiamare i soccorsi sono stati i parenti, che non avevano più avuto notizie dei loro familiari. L’arma, una calibro 22, era detenuta legalmente. Sulla terribile vicenda indagano i carabinieri.

Parenti e amici increduli: lo sgomento nei commenti a caldo

«Per noi è stata una doccia fredda… Io l’ho saputo da Facebook…» ha detto Paolo Bruno, cugino del broker che «non sa spiegarsi» le cause della tragedia ed «esclude un momento di depressione e cause economiche» alla base dell’omicidio-suicidio. «A settembre mi ha mandato un messaggio su WhatsApp dicendomi che stava trasferendo la sua agenzia. Era un ragazzo speciale, di sani principi». «Depressione? Ma quale depressione. Era una persona splendida, tutta dedita alla famiglia, un bravo ragazzo»… «È una tragedia che non riusciamo a spiegarci, una famiglia perbene, di lavoratori – ha ribadito a sua volta il sindaco di Paternò, Nino Naso –. La città tutta soffre, non possiamo far altro che stringerci attorno ai familiari e ai parenti, un intero paese soffre. Questa famiglia mancherà all’intera comunità». Toccherà alla Procura di Catania, che ha aperto un’inchiesta coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Santo Distefano, trovare le risposte e dare un perché a una strage improvvisa che ha cancellato una famiglia e i suoi sogni.

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