Battisti, falliti due blitz per arrestarlo. La polizia: l’ex-terrorista è ancora in Brasile

17 Dic 2018 15:47 - di Eleonora Guerra

Cesare Battisti sarebbe ancora in Brasile. È la convinzione della polizia federale brasiliana che, pur non escludendo alcuna possibilità, segue «piste serie» che si orientano nella ricerca nel Paese. Due blitz, scaturiti da segnalazioni anonime, sono stati già realizzati a San Paolo, dove sabato è arrivata anche una squadra di poliziotti italiani, pronti ad arrestare e riportare in Italia l’ex esponente dei Proletari armati per il comunismo nei confronti del quale è stato spiccato un ordine di estradizione. Entrambi, però, hanno dato esito negativo.

Secondo gli investigatori locali, che in queste ore hanno diffuso una foto con i possibili travisamenti del pluriomicida italiano, Battisti non si sarebbe neanche «allontanato troppo da Cananeia», la città dello stato di San Paolo dove risiedeva fino a poco tempo fa. A renderlo noto è stata l’agenzia di stampa Adnkronos, facendo riferimento a «fonti informate», che hanno indicato in oggi e domani due giornate «importanti» per lo sviluppo della vicenda. Secondo le fonti, Battisti potrebbe essere stato «colto di sorpresa» dalle decisioni del giudice Luis Fux e del presidente Michel Temer di dare il via libera all’estradizione in Italia. Forse «non si aspettava una conclusione così rapida» del suo caso, nonostante il presidente eletto Jair Bolsonaro ne avesse fatto una delle sue promesse già in campagna elettorale.

Le stesse fonti ritengono «difficile» che Battisti sia riuscito a lasciare il Brasile e a fuggire in quella Bolivia dove aveva già tentato di trovare riparo un anno fa. E in Brasile, comunque, la rete che lo ha appoggiato per anni potrebbe non essere più così potente da garantire quella rete di protezione che finora lo ha messo al riparo dall’estradizione e che, con l’elezione di Bolsonaro, ha perso le altissime coperture politiche che sono esistite negli anni scorsi. «Quella rete – hanno spiegato le fonti – esiste ancora in parte, ma è più ristretta e meno potente. Tra l’altro i latitanti in Brasile non durano tanto, perché la gente parla, il Paese è enorme e la forza delle fazioni criminali sta in carcere, non fuori».

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