Lollobrigida al M5S: «Inaccettabili le liste di proscrizione di giornalisti ed editori»

14 Nov 2018 12:49 - di Redazione

I giornalisti si ribellano alle accuse del M5S e scendono in diverse piazze italiane, al grido: “Giù le mani dall’informazione”, con un flashmob organizzato dalla Fnsi. Anche l’autorità per le Garanzie delle comunicazioni “sottolinea l’esigenza di un’informazione libera, pluralista, rispettosa della dignità delle persone, del ruolo delle forze politiche e dell’autonomia professionale dei giornalisti”, denunciando che “che ogni attacco agli organi di stampa rischia di ledere il principio costituzionale di libera manifestazione del pensiero, che è alla base del pluralismo dell’informazione e del diritto di cronaca e di critica”. Una reazione che non sembra fermare l’onda dei Cinquestelle contro i media. Il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, rilancia infatti l’impegno per portare un “progetto di legge in Parlamento” che “incentiva i cosiddetti editori puri, quelli che non hanno interessi economici e politici”. Perché, a detta del vicepremier, “la libertà di informazione si garantisce prima di tutto migliorando le condizioni dei giornalisti che sono sottopagati, al limite dello sfruttamento”, ma anche annullando “il conflitto di interessi” e ridando “dignità ai lavoratori”. Contemporaneamente, sul blog del movimento, è comparso un lungo articolo nel quale è stata pubblicata la lista dei cinque Giornali ‘colpevoli’ di avere un editore in conflitto d’interesse. L’elenco comprende: “La Repubblica (Marco De Benedetti – interessi industriali – figlio di Carlo De Benedetti, tessera numero uno del Pd); La Stampa (Marco De Benedetti, idem come sopra); Il Giornale, (Paolo Berlusconi – fratello di Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia); Il Messaggero (Francesco Gaetano Caltagirone – interessi industriali); Libero Quotidiano (Antonio Angelucci – interessi industriali)”. Trasversale la difesa della libertà d’informazione. «Ora Di Maio e Di Battista hanno fatto la lista degli editori cattivi e dei giornali da non comprare, da penalizzare (e a cui minacciano di togliere i contributi pubblici)», ha scritto su Facebook il vice presidente della Camera Ettore Rosato, che ha chiuso così: «Ps: caro Di Battista, ma se Berlusconi è nella lista dei cattivi perché il tuo libro lo pubblichi con lui? Forse i suoi soldi quando arrivano nelle tue mani vengono purificati magicamente?». Per Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, il post apparso sul Blog delle stelle è «l’ennesimo grave attacco politico del M5S rivolto alla stampa e alla libertà di informazione. Sul blog delle stelle è comparso un elenco dei cinque giornali i cui editori, secondo il movimento che risponde alla Casaleggio e associati, avrebbero “conflitti di interesse grossi come una casa”. Segue poi – ha sottolineato Lollobrigida – l’inquietante minaccia di pubblicare sul blog il profilo di tutti gli editori citati e dei giornali locali a loro collegati. In pratica, dai vecchi elenchi con nomi e cognomi dei giornalisti sgraditi a Beppe Grillo, sono passati a una odiosa lista di proscrizione degli editori considerati nemici, ai quali va invece la nostra solidarietà», ha concluso.

Commenti

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  • Pino1° 15 Novembre 2018

    La libertà di informazione non può comprendere la libertà di calunnia della mistificazione delle cose spiegate come vuole il partito od il padrone. Trovo che tutelare il diritto di cronaca e di informazione abbia e debba avere lo stesso peso del diritto alla aggressione delle testate giornalistiche ed ancor
    più dei giornalai travestiti da giornalisti contro i quali nulla dice l’associazione di categoria.
    Pertanto al di la e sopra la magistratura che ormai è palesemente una scatola cinese, chiunque ha diritto di difendersi come crede contro gli spanditori di letame di alcune testate. Se la proprietà non
    e’ in grado di gestire lungo la strada della correttezza nell’acquisire una notizia, trattarla, pubblicarla, se ne rende direttamente responsabile a partire da famiglia cristiana finendo con i maggiori trust nazionali.
    Non è detto che sia sufficiente boicottare, potrebbe essere indifferibile aggredire direttamente la situazione. sono favorevole alla difesa pari o superiore, se l’offesa e’ gratuita e lesiva della persona.